Kōshō Uchiyama rōshi. Discorso d’addio ad Antai-ji.
Uno zazen, due pratiche (voto e pentimento, ndr), tre atteggiamenti mentali. Se lo cercate nei sūtra non lo trovate, perché io sono il primo a dirlo. Non si trova ancora scritto nei dizionari buddisti, ma presto, forse, ce lo troverete.
un monaco anziano
La scienza indaga entro le logiche proprie degli organi di senso [realtà7]
Cerchio Firenze 77, Il libro di Francois, Edizione Mediterranee, pp. 221-222
Come può I ‘essere umano, così limitato, dare vita a un ambiente tanto perfetto come quello della natura, con tutte le sue leggi? E cosa indaga la scienza se questo ambiente, in sé, non esiste?
La natura del dono e del donare [69A]
[…] Abbiamo detto che un moto costituisce il dono, vale a dire che il dono è nel moto. E in questo siamo pedanti. Allora scopriamo questo moto, indipendentemente che, nelle vostre intenzioni, poi si colori anche di una qualche idea di ritorno. Quindi, moto e dono.
La comunicazione nell’apparenza e un accenno alle varianti [realtà6]
Cerchio Firenze 77, Il libro di Francois, Edizione Mediterranee, pp. 219-220
Ma allora, quando parliamo tra noi o ci guardiamo, comunichiamo in qualche modo l’uno con l’altro, oppure ognuno si rappresenta I’altro?
Voto e pentimento, ‘me originario’ e ‘io’ [Antai-ji11]
Kōshō Uchiyama rōshi. Discorso d’addio ad Antai-ji.
[…] Fintantoché siamo vivi, che ci pensiamo oppure no, siamo il me originario ma, nello stesso tempo, abbiamo il karma di produrre molteplici illusioni, ed è un fatto reale che non ci possiamo separare dall’idea che abbiamo di noi come io che esiste di per sé, come ente autonomo.