Le identità, per loro natura, vogliono essere riconosciute nella loro alterità: a una identità non interessa sentirsi fusa a un’altra, se non per l’esperienza in sé, per la novità e per quello che può provare. La fusione la minaccia e la annulla, di conseguenza non la brama, ma, alla lunga, la teme.
Approfondimenti
La consapevolezza delle sensazioni: esserci ed Essere [prep. Forum 4]
È attraverso la consapevolezza delle sensazioni che ci percepiamo come esistenti: questo vale per il minerale, il vegetale, l’animale, l’umano. A un livello molto elementare anche la pietra sperimenta di esistere, di esserci.
Così vicini, così lontani [preparazione Forum 2]
C’è una vicinanza alle sorti dell’umano e di ogni creatura che non è data dall’identificazione ma dalla compassione: comprendiamo e sentiamo la comune trama esistenziale.
Vedi il divenire e senti l’Essere [preparazione Forum 1]
Primo post preparatorio al Forum del Sentiero che terremo a novembre 2021.
Conclusa la lettura, coloro che desiderano partecipare al Forum si iscrivano a questo gruppo Telegram (Le iscrizioni si sono chiuse il 2.8 alle 12,30 per esaurimento posti). Ogni relazione tra i partecipanti si svolgerà in quel gruppo e lì verranno indicati i passi successivi della formazione.
La natura di Buddha e il Ciò-che-È
“Inizia, quindi, nella consapevolezza del respiro […] quella emersione della natura di Buddha, quindi potremmo dire della natura originaria, della mia natura originaria, natura buona […] di Buddha di cui io sono possessore […]; che già mi abita.”
La centralità dell’Io nelle scene feriali
Dice un fratello nella Via del monaco: “La scena è messa in piedi da me per me, per un sentimento di narcisismo, per il piacere di guardarsi.”
Può darsi, ma la cosa potrebbe essere molto più complessa.
I settennati: cambiando il sentire cambiano le materie dei corpi
Dal post del Cerchio Ifior che uscirà il 12.7.21 [IF50-2focus]
[…] Abbiamo così dedotto, da quanto abbiamo detto fino a questo punto, che la materia fisica del corpo di ognuno di voi cambia nel tempo e che, quindi, l’ambiente fisico che più vi appartiene anch’esso si modifica col passare del vostro tempo all’interno del piano fisico.
Non temere la propria manifestazione, ancorarla all’Essere [NP2]
Commento di M. al post “Né ciò che penso“: Mentre percorriamo la via, sperimentiamo ogni giorno il mondo della materia al lavoro, in famiglia, con gli amici. Sento difficile il discernimento, ossia dove mettere il confine tra l’abbandono della centralità [mia] e l’impegno quotidiano nella vita reale. Per me la cosa più difficile è progredire con il sentire verso questa perdita e continuare a vivere nel mondo reale dove recitiamo i nostri ruoli sociali e dove la centralità è la norma.
Non si può separare il sognatore dal sogno
Quando diciamo che una è l’intenzione della coscienza e un’altra può essere quella del’identità, diciamo una sciocchezza.
Distinguere la coscienza dal portatore di nome è come voler separare il sognatore dal sogno.
La pausa: da fatto occasionale a ritmo del vivere
Dal post Nella pausa c’è l’irrompere della vita dentro il quotidiano: Nella pausa c’è l’irrompere della vita dentro il quotidiano, quello stesso che l’uomo fa parlare essenzialmente di lui: dei suoi sentimenti, dei suoi pensieri, dei suoi progetti, delle sue piccole beghe o grossi ‘problemi’, delle sue etichette e delle sue relazioni.