Possiamo quindi dire che il processo di apprendimento è caratterizzato da una crescente armonia fra intenzione e azione, fra coscienza e identità? Che nel processo di apprendimento avviene il progressivo affievolirsi dell’identità che ha in un primo tempo dovuto strutturarsi, definirsi, per poter essere veicolo di esperienza?
Basi del Sentiero contemplativo
La differenza tra conoscere e comprendere [sentiero12]
Più in dettaglio, il processo dell’imparare così procede:
– un’intenzione attiva il corpo mentale, le sue strutture di pensiero, la sua organizzazione, le sue materie;
– la risultante attraversa il corpo astrale e si riveste di emozione, affetto, sensazione;
– il corpo fisico viene attivato e realizza l’intenzione.
Il processo dell’imparare e del comprendere [sentiero11]
Da quanto detto fino a qui, considerando la vita come “luogo” di rappresentazione della coscienza tutto assume l’aspetto fluido di un dispiegarsi. Possiamo allora mettere a fuoco, in particolare, il processo dell’imparare? In che modo vengono “integrate” le esperienze acquisite col nostro incessante sperimentare? Cosa fa sì che si passi da una conoscenza razionale a un sentire consolidato, uno “stato d’essere” sedimentato?
Osservazione, disconnessione, spazio [sentiero10]
Riconoscere l’identità come veicolo, familiarizzare con la messa in scena, lasciarsi portare dalla vita che accade, tutto questo porta con sé, nel tempo, dei momenti di chiara visione, di sospensione, disconnessione, vuoto/pieno, presenza. Puoi spiegare questi momenti e la loro funzione, se c’è?
Quando il sentire supera la necessità della manifestazione [sentiero9]
Quando la vita non è più condizionata dall’immenso stupidario della mente, appare come accadere di cui i nostri veicoli, e l’intenzione che ci muove, sono pienamente parte: questo significa “lasciarsi trasportare dalla corrente del fiume”.
Protagonismo nella vita e neutralità [sentiero8]
A un certo punto, l’esporsi nella vita non corrisponde più al bisogno di esserci, ma è semplicemente una consapevole manifestazione dei propri limiti messi al servizio della propria e altrui comprensione? E le espressioni dell’identità non svaniscono, ma si assottigliano e diventano sempre più evidenti?
Partecipare alla vita senza identificazione [sentiero7]
È possibile una partecipazione alla vita, nelle mille situazioni, senza identificazione?
Se guardiamo la realtà dal punto di vista dell’identità tutto è esserci, protagonismo, definizione di sé, marcatura del confine con l’altro. L’identità afferma sé e il proprio diritto a esistere e a essere riconosciuta: esiste se è riconosciuta e se può manifestarsi in quanto tale.
Libero arbitrio, determinismo, vite precedenti [sentiero6]
Quindi nella quotidianità tendiamo a ritenere oggettivo quel che è soggettivo in virtù dei limiti che ci definiscono come esseri incarnati; vediamo cose che se potessimo astrarci dalla nostra composizione e percezione attuale coglieremmo diversamente.
La natura del sentire e della consapevolezza [sentiero5]
Il sentire è l’organo di senso della coscienza?
Anche. Il sentire sono le comprensioni che formano il corpo della coscienza. Come il corpo fisico è composto di cellule, così il corpo della coscienza è composto di atomi di sentire, di cellule di sentire. Le cellule di sentire si formano attraverso le esperienze, solo attraverso le esperienze nel tempo e nello spazio, nel divenire.
Quello che percepisco è reale? [sentiero4]
È reale per sé. Che cosa è reale oggettivamente? Gli elementi della scenografia sono percepiti allo stesso modo da tutti gli attori, sempre che abbiano gli stessi sensi operanti. Le scene che accadono invece non solo sono interpretate in modo soggettivo, e questo è risaputo, ma possono avere delle varianti soggettive.
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