Consapevolezza, analisi, disidentificazione: la via per chi vive nel mondo

Chiede Antonella commentando il post Il sapore del reale, la contemplazione del sentire: Riferendomi a ciò che ha scritto Sandra: “E’ chiaro che il processo del sentire non si ottiene ma accade se e quando ci sono le condizioni.” Sento di dover chiedere: le condizioni e tutto il processo dell’accadere non trovano difficile svolgimento nella nostra quotidianità fatta di orari, corse convulse e quindi stress? E ancora: l’atteggiamento e la disposizione all’ascolto e all’osservazione possono esplicarsi in questa convulsa quotidianità?
La persona immersa nel mondo ha tre pilastri su cui appoggiare:
– la consapevolezza di quel che accade e di cosa produce in sé e nell’altro;

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Possiamo recare danno ai nostri figli?

Commenta Maria al post Amare non è dire si, non è soccorrere, non necessariamenteMi Chiedo quali siano i risvolti di tutto ciò in ambito educativo: come posso non influenzare con il mio comportamento un piccolo? È rassicurante pensare che comunque tutto serve alla sua evoluzione, ma ciò non deve frenare la spinta a migliorare dei comportamenti che avvertiamo inadeguati.
Due livelli di interpretazione sono possibili:
– un figlio è sempre nella famiglia che gli è necessaria e nella relazione che gli è funzionale;

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Il cammino attraverso la ribellione

Dice Duccio commentando il post Ti interroghi sulla tua compassione: Se tutto è già deciso, se ciò che vediamo manifestarsi nel mondo è il tutto, il principio creatore, come si colloca l’indignazione della parte cosiddetta buona del tutto e le azioni che da qui partono per “migliorare” il mondo? Ed esiste un’altra pari indignazione della parte cosiddetta cattiva del tutto? Se no cosa vuol dire, che il tutto ha già una direzione di marcia ed un punto di arrivi?

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Amare non è dire si, non è soccorrere, non necessariamente

Ciò che cerchiamo di dare, o di non dare, all’altro comunque parla sempre di noi.
Osservo con molta attenzione l’impulso a dare, come la paura di farlo: qui voglio parlare dell’attitudine interiore che porta alcuni a dare ripetutamente e con apparente naturalità.
Comunemente affermiamo che il dare, il prendersi cura, il sostenere siano espressioni dell’amore che ci muove e attraverso quelle disposizioni e quei gesti prende forma: può darsi che sia così, ma non sempre e non comunque.

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Il dolore, la sua ragione, la funzione della preghiera

Già la coscienza umana – che pure è relativa – è unitaria. Ogni momento del sentire che origina gli esseri, è presente nella coscienza assoluta identicamente a come gli esseri lo sentono. Non potrebbe essere diversamente da così, dato che il sentire che origina gli esseri è lo stesso sentire contenuto nella coscienza assoluta.
Non è uno identico, è lo stesso.
Se tale sentire non esistesse nella coscienza as­soluta non esisterebbero né gli esseri, né la coscienza assolu­ta.

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