Basterebbe ascoltare

Ciechi come talpe
pensiamo che oltre
emozione e pensiero
non ci sia vita.
Ottusi come pietre
da millenni discutiamo
di vuoto, nulla, assenza.
Basterebbe ascoltare.

L’ambiente parla di noi

“E ricordate che, comunque sia, anche se voi poteste non essere disponibili, l’ambiente esterno è sempre e comunque disponibile, non soltanto ma è lì, fatto su misura per voi, affinchè voi possiate comprendere; quindi, se non volete guardare dentro di voi, se proprio vi legate e vi tappate gli occhi per non guardare voi stessi, basta che guardiate all’esterno di voi stessi e, comunque sia, ciò che vedete vi parlerà di voi e, in un modo diverso di cui voi magari non vi rendete conto, entrerà dentro di voi e vi aiuterà a risolvere il problema.”
(Cerchio Ifior, decimo volume de: L’Uno e i molti” pag. 94)

Il cammino dell’uomo

Riportiamo di seguito un testo che ben descrive il cammino dell’uomo; è di epoca egizia, probabilmente opera di un sacerdote (tratto da L’uno e i molti, Cerchio Ifior, volume 8, pag. 171)

Padre mio,
ho cavalcato mille cavalli imbizzarriti
e da essi ho trovato in me le parole e i suoni
che li rendevano docili
e capaci di seguire i miei desideri,
conducendomi lungo le strade paurose
della mia interiorità.

Ho incontrato sul mio cammino
orde di lupi ringhianti
dai denti snudati come barriere
poste sulla mia strada per fermare
il mio avanzare verso di Te
ma ho saputo tranquillizzarli
con la luce della mia serenità,
con la forza di un mio sorriso.

Mi sono imbattuto in tempeste
che facevano rivoltare i mari
portando in alto quello che era in basso
e riccacciando negli abissi più profondi
quello che era in superfice,
rimanendo a galla
sopra il pelo delle acque turbolente
solo grazie alla mia convinzione
che io, qualunque cosa potesse accadere,
non sarei mai morto veramente.

Ho sfidato il fuoco più ardente,
il lampo più abbagliante,
la grandine più tambureggiante
riparandomi sotto la volonta’
di giungere indenne nel porto della mia anima.

Ho attraversato momenti
in cui il mio corpo mi è sembrato
un peso inutile e ingombrante
di cui avrei voluto poter fare a meno.
Ho percorso ore interminabili
in cui paura, rancori, terrori
cercavano di ridurmi come un fuscello
in balia del vento
pronto a spezzarmi frammento dopo frammento.

Ho vissuto periodi
in cui i miei pensieri
sembravano essere pensati
soltanto allo scopo di ferire me stesso
o, peggio ancora, di ferire gli altri.

Eppure, sempre, qualcosa dentro di me
è riuscito a modificare ciò che atteraversavo
aggrappandosi al piacere di un vento primaverile
o alla risata senza imbarazzo di un bambino
o all’incontro con una nuova,
inaspettata, meravigliosa idea.

E infine, padre mio,
ti ho scorto
e tutto ciò che ho vissuto
mi è apparso nella sua grandezza,
facendomi riconoscere
che di tutto ciò avevo bisogno
per arrivare ad essere una parte cosciente
di Te.