Ricominciare l’opera senza fine

Non è l’estate la stagione della chiarezza: la forte esposizione solare non è elemento che nell’umano possa portare lucidità di sguardo e di analisi.
Settembre è un mese di transizione: dalla dominanza della luce e del calore, ad un maggiore equilibrio. Settembre annuncia e prepara l’autunno, il gesto introversivo che culmina nel solstizio d’inverno, alle porte del Natale.
Usciamo dall’estate frastornati ed anche smarriti: lontane sembrano le certezze, le chiarezze, le consapevolezze su sé e il cammino.

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L’ecologia della mente nella via spirituale

Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Genesi 3, 9-10
Il “dove sei” non è certo rivolto alla collocazione fisica, la domanda investiga dove l’uomo ha appoggiato la propria attenzione, la consapevolezza e la relazione che intrattiene con sé e il proprio interiore.
“Ho paura e sono nudo”: nudo davanti ai miei limiti, bisogni, desideri, giudizi, aspettative; pieno di paura perché privo di strumenti per governarli e temo di esserne travolto.

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I passi dell’unificazione

La funzione di un cammino come il Sentiero è quella di accompagnare incontro a sé: dal processo di conoscenza-consapevolezza-comprensione scaturisce poi l’esperienza dell’unificazione.
Ogni persona incontra il cammino, la via adatta a sé: la coscienza la conduce là dove è bene per essa.
Nel Sentiero non ci occupiamo dei primi passi, normalmente giungono persone che hanno già nel sentire i codici di base della via interiore.
Se una persona non ha le basi della via, se le procura là dove le è possibile e necessario. Per parte nostra offriamo un percorso introduttivo Le basi della conoscenza e della consapevolezza.

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Sulla limitata attitudine alla discussione nel Sentiero

In più di due decenni di attività, ogni tanto qualcuno ha obiettato che nel Sentiero si discute poco.
E’ così, è un’evidenza. Accade perché le persone del Sentiero sono delle pecorone? Perché sono succubi di una personalità forte e dominante? Se volete, credetelo pure.
La realtà, dal nostro punto di vista, è molto differente.
Il Sentiero sorge dal sentire e al sentire è rivolto.
Non sorge dalla mente e alle menti parla e, quindi e inevitabilmente, alle regole divisorie delle menti sottostà.

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Gradi di sentire e libero arbitrio

Chiede Massimo nel commento al post Il mondo specchio dell’interiore: “In termini di libero arbitrio, quanto siamo liberi di comprendere e quindi di cambiare? O anche la comprensione (e di conseguenza l’intenzione) è un processo su cui non abbiamo margine di manovra?”
La coscienza, all’inizio del ciclo delle incarnazioni, può essere altruista?
Difficilmente. Perché? Perché il sentire che possiede, ovvero la struttura del corpo akasico che ha realizzato, è così relativa che l’altruismo non trova modo di articolarsi.

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Il mondo specchio dell’interiore

Lungo la riviera romagnola ci sono addette alle camere che vengono pagate due euro a camera in alberghi a quattro stelle (Fonte: l’Espresso di questa settimana). Prendi pochissimo e devi lavorare moltissimo, quanto puoi reggere?
Sono eccezioni? Non diciamo sciocchezze.
Un produttore di grano tenero incassa 17€ a quintale, in piena rimessa. Come produrrà domani e come pagherà i debiti, gli operai?
Se vogliamo comprendere il tumore che ammorba l’Europa, dobbiamo osservarne le metastasi, divenirne consapevoli ed operare per cambiarle.

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La conoscenza, la consapevolezza, la gratuità, la fiducia

Dice Ivana nel commento al post Desiderare, attendersi, sperare nella preghiera: “Io sento che nessun tipo di preghiera né nessuna forma di meditazione è sufficiente se non affronto la paura di esprimere con autenticità il mio quotidiano vivere; mi accorgo che ogni momento della giornata che sto vivendo mi interroga sul rispetto e sul tradimento di me stessa, e il mio stato d’animo varia in relazione alle azioni che faccio o non faccio”.
Considerazione molto condivisibile. Vivere è innanzitutto fare esperienza e divenire consapevoli: da questo sorge il comprendere e il superamento progressivo del limite.

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Un esempio di karma collettivo

Pubblico di seguito un brano del Cerchio Ifior sul karma collettivo: in questi giorni costellati di tragici fatti, questa visione può essere di aiuto.
Al compiersi del karma personale e collettivo, va aggiunta la comprensione del valore simbolico per tutti noi, e per le società di cui siamo parte, dei fatti ricordati.
Uno dei karma collettivi più vasti e complessi che si siano verificati nel corso dell’evoluzione dell’umanità su questo pianeta è senza dubbio quello collegato agli avvenimenti della seconda guerra mondiale e alla parabola del nazismo.

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Bisogni, desideri e loro superamento

L’umano è qualificato dall’avere bisogni e desideri, ovvero dalla necessità di soddisfazione nel presente e dalla sua proiezione nel futuro.
Se togliamo bisogni e desideri, dell’umano non rimane molto.
E’ questo un argomento che ho trattato più volte ma sul quale ritorno, perché mai abbastanza è chiarito.
Esistono bisogni e desideri del corpo fisico, del corpo emozionale, di quello mentale e della coscienza.
Cosa sorge dalla coscienza come bisogno e desiderio? Niente, in quei termini, perché la coscienza non ha bisogni e desideri ma, essendo il terminale dei corpi spirituali che in ampiezza di sentire la precedono, è di essi il capolinea, il corpo deputato ad articolare un’intenzione che sorge a monte, che lei interfaccia e decodifica conducendola a rappresentazione tramite i suoi tre veicoli transitori: la mente, l’emozione, il corpo fisico – azione.

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