Riconoscere e celebrare il presente esistenziale

Ogni aspetto del nostro vivere è presente esistenziale, perché ogni aspetto è generato dal sentire e al sentire fornisce dati essenziali per il suo ampliamento. In questa visione non esistono fatti importanti e altri meno: esistono fatti che sono dati e ogni dato compone una sfumatura di comprensione.

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In zazen: il fondo dell’Essere oltre il pensiero

Quando si scende nella profondità dello ‘stare’ in zazen, accade che sorge una consapevolezza simultanea di due stati: uno stato registra il sottile scorrere dei pensieri e l’altro la pienezza del risiedere nell’Essere, in Cio-che-È.

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Una carezza, l’inizio e la fine di tutto

Può essere una carezza, un complesso di carezze, l’inizio e la fine di tutto?
Può essere una parola, un insieme di parole, l’inizio e la fine di tutto?
Se quella carezza è sensazione nella quale immergi la consapevolezza fino a perdere la nozione di te, cosa accade?

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Il fuoco dell’attenzione libera dal condizionamento della mente [zq6]

Charlotte Joko Beck, ZEN QUOTIDIANO
[…] La pratica infrange la nostra chiusa identificazione con noi stessi. Il processo è stato anche definito ‘purificare la mente’. Purificare la mente non significa diventare santi o diversi da come siete; significa togliere ciò che impedisce a una persona […] di funzionare al meglio.

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Il giudizio che blocca la manifestazione e la relazione

L’inadeguatezza è figlia del giudizio: mi sento inadeguato riguardo a uno standard che percepisco come vincolante per la mia espressione. La mente è davvero sottile e tenta di inserirsi dappertutto, anzi la mente è dappertutto considerando il fatto che nell’incarnazione dell’umano è una dimensione strutturale.

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La presunzione di aver compreso

Quando insegnavo mi è stato mosso più volte l’appunto di chiedere molto a coloro che partecipavano all’organismo del Sentiero: in cuor mio credo di aver chiesto troppo poco.
Qual era la sostanza del mio chiedere? Se affermi di aver compreso questo, esso si deve specchiare nella tua vita, nei tuoi comportamenti.

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Non temere la propria manifestazione, ancorarla all’Essere [NP2]

Commento di M. al post “Né ciò che penso“: Mentre percorriamo la via, sperimentiamo ogni giorno il mondo della materia al lavoro, in famiglia, con gli amici. Sento difficile il discernimento, ossia dove mettere il confine tra l’abbandono della centralità [mia] e l’impegno quotidiano nella vita reale. Per me la cosa più difficile è progredire con il sentire verso questa perdita e continuare a vivere nel mondo reale dove recitiamo i nostri ruoli sociali e dove la centralità è la norma.

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