Via spirituale e stimoli

Troppo spesso scambiamo la via spirituale per il supermercato degli stimoli alti: sarebbe importante comprendere che, una volta trovato il proprio percorso, è necessaria una immersione in quei passi e questo richiede un certo grado di impegno e dedizione e, soprattutto, la disponibilità a scendere nella routine del percorso stesso.

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La vita vera

Chi ha contattato in buon grado se stesso sa, per esperienza, che la vita vera è aldilà di pensiero, emozione ed azione: magari non sa spiegarselo e inquadrarlo, ma lo sa.
C’è un’esperienza inequivocabile del vivere che parla di una alterità non condizionata dal limite che manifestiamo ordinariamente.

Imparare a fare silenzio

Qual’è la domanda che l’altro pone? L’ho ascoltata? Parla di sé, parla di me?
E’ tutto un imparare a fare silenzio nel proprio interiore per ascoltare, osservare, sentire la vita che scorre.

Prenderci cura


Domanda: perché è così difficile per noi prenderci cura non solo di questi esseri così dignitosi, ma di noi stessi, dell’altro da noi, di ciò che ci circonda e che è vita per noi e per tutti?

Presunzione

Osservo tutto questo parlare mio e altrui su ogni cosa, su ogni aspetto; osservo la nostra sottile o manifesta presunzione di sapere qualcosa di sé, dell’altro, della vita, della realtà; osservo e, a volte, mi sotterrerei con le mie mani.
Dobbiamo imparare ad edificare sulla piccolezza, sul limite, sull’insignificanza.

Dignità

E’ un’esperienza che sorge dal nostro rapporto con il presente quando viviamo nella fiducia.
E’ la fiducia che illumina ogni attimo del nostro lavoro, dei nostri affetti, della nostra vita ordinaria e conferisce ad ogni accadere una presenza ed una integrità che possiamo definire dignità.

Determinazione

Passo su passo,
oltre la paura,
oltre la diffidenza
può sorgere una determinazione
a fidarsi, ad abbandonarsi,
a lasciarsi condurre dalla vita.

2- Comunità: ci stiamo addestrando

Elena dice: “Vedo anche la comunità come una forma di convivenza comune più estesa rispetto a quella vissuta nell’ambito familiare. Spesso all’interno di un nucleo familiare ci sono alla base dei bisogni che aspettano delle risposte psicologiche e materiali.
Col termine “estesa” non intendo soltanto come numero di persone, ma per quanto mi riguarda ha un senso nel momento in cui vedo sorgere in me aspetti dalla dimenticanza di sé.”

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Fare le cose per bene

Che cosa significa? Che cos’è una cosa fatta per bene? Intendo una cosa fatta ad arte? E se uno è un “impedito” allora non farà mai le cose per bene?
Evidentemente non è una questione di destrezza o di abilità e nemmeno di concentrazione e di attenzione, è qualcosa d’altro.
Qual’è l’intenzione che mi muove? Sto occupandomi del mio tornaconto, sono in balia della mia emozione, della mia mente? Ciò che mi spinge è la mente, l’ego o qualcosa di più vasto e meno condizionato, la “mia” coscienza?

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Eremo, elefanti, gazzelle e nuova stagione

Ho incontrato un’elefante, ma si mostrava come gazzella, sono rimasto traumatizzato.
Conosco l’elefante e la gazzella in me e quindi non protesto.
L’incontro mi induce ad una riflessione su questa nuova stagione di lavoro che si apre, con le persone che torneranno per gli individuali o per i gruppi.

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