Parola e silenzio

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Credo che la risposta sia nella parola che sorge dal silenzio. Nel momento in cui si allenta l’identificazione con i contenuti della mente e dell’emozione, inizia l’esperienza del risiedere nell’adesso: da quello stare senza condizionamento che è vasto e profondo silenzio, sorge la parola, il gesto, l’essere. Qualunque sia l’esperienza, sarà impregnata di quell’essere senza tempo. (Video proposto da Matteo Aluigi)

Posso sbagliare nelle scelte?

Scrivo queste righe pensando a quei genitori che spesso sono in ansia per i loro figli e per le difficoltà che questi incontrano. Spesso il genitore deve scegliere anche per i figli, quando questi sono persi nella loro indefinitezza e incapacità di orientarsi e prendere decisioni: allora il genitore è tenuto ad intervenire ma questo gli provoca non pochi conflitti e sofferenza interiori e il dubbio, veramente duro da reggere, di stare conducendo il figlio verso la strada sbagliata.

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Impariamo da quelli vicini

Da quella compagna, da quel figlio, da quel genitore, da quel collega con i quali condividiamo più tempo o prossimità.
Ci piace mostrarci “sfolgoranti” al mondo e sorvoliamo sui nostri egoismi e sulle nostre meschinità quotidiane, domestiche.
L’altro vicino è quello che ci mostra il nostro essere più profondo facendolo emergere nel piccolo quotidiano.

Come il grano

Nell’arco di pochi giorni il grano sta scomparendo dai campi; dall’autunno ci aveva accompagnato e pian piano il suo colore aveva dominato le colline.
Sfumature di verde e poi di oro, poi ancora il rumore delle trebbiatrici e infine questi campi ampi di stoppie.

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Solo fatto che accade

Altissima nel cielo, la poiana volteggia disegnando spirali.
Persegue uno scopo? Non credo, non in questo gesto.
Pura vita che accade. Anche quando caccia, o corteggia, o accompagna il giovane nei primi voli, è solo vita che accade.
La definizione e l’interpretazione dell’accadere ci estraggono dall’essere solo fatto che accade.

Liberamente

Quando il tempo è in armonia,
esco col bastone per una passeggiata primaverile.
Al mormorio del ruscello nella valle
fa eco il canto degli uccelli nella foresta.
Se incontro un monaco, cammino con lui;
se un amico, vado ospite in casa sua.
Non assomiglia questa mia vita
ad una nave che solca liberamente il mare?
Ryokan, monaco dello zen
da: Poesie di Ryokan, La vita felice Ed.

L’intenzione condizionata

Ero in treno diretto a Milano; nello scompartimento attiguo sento una donna che dice di venire dalla Grecia, ha bisogno di soldi ed è questa la ragione per cui passa di vagone in vagone. Prendo delle monetine e le preparo e, quando compare nel mio scomparto gliele do, senza che lei dica niente.

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Prendersi cura

Può essere la vita niente altro che il gesto senza fine del prendersi cura?

Di mio, non ho niente da dire

Ti ho conosciuto nei giorni del riso e in quelli del pianto;
ti ho osservato ed osservato, senza mai stancarmi;
ci sono stati giorni in cui avrei voluto fuggire e scomparire dalla faccia della terra;
ci sono stati i giorni della negazione di te.
Ma sono qui e oggi il dubbio non mi assale più, né il riso, né il pianto;
oggi sono come una albero che sta nel terreno, nella vicinanza di altri alberi e, sebbene io parli tanto, di mio non ho niente da dire.