Dobbiamo osare di più

Una discussione sulla condivisione e comunicazione nel web.
Da Nirvana: Condivido pienamente quello che dici, anche se faccio parte anche io di quel gruppo di persone che a volte prendono e, per così dire, fanno proprie certi espressioni di pensiero.

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Un modo per annientare la comunicazione nel web

Il web, facebook in particolare (i web-magazine sono naturalmente fuori da questo discorso), pullula di contenuti condivisi. Non c’è bacheca in cui non trovi una grande quantità di materiale linkato, in genere relativo a espressioni di saggezza, detti di maestri, affermazioni eclatanti nella loro inattacabilità e perfezione astratta.

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La fine del libero arbitrio

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“Perché l’ho scelto.”
C’è una scelta che non ci appartiene, che non compiamo noi: quell’affermazione significa:”Dal profondo del mio essere aderisco senza riserva a ciò che la vita mi induce. Senza riserva, senza trattenimento, metto ogni particella del mio essere, della mia volontà e della mia intelligenza a disposizione. Dall’amore sono sospinto, all’amore aderisco. Solo per amore vivo.”
Video suggerito da Eddy

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Libero arbitrio

Continua la discussione con Eddy iniziata nel post linkato sotto.
Eddy:Ma se l’assoluto non è nel divenire a chi e a che giova tutta questa rappresentazione che poi ci starebbe portando verso l’assoluto stesso?”

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Parola e silenzio

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Credo che la risposta sia nella parola che sorge dal silenzio. Nel momento in cui si allenta l’identificazione con i contenuti della mente e dell’emozione, inizia l’esperienza del risiedere nell’adesso: da quello stare senza condizionamento che è vasto e profondo silenzio, sorge la parola, il gesto, l’essere. Qualunque sia l’esperienza, sarà impregnata di quell’essere senza tempo. (Video proposto da Matteo Aluigi)

Posso sbagliare nelle scelte?

Scrivo queste righe pensando a quei genitori che spesso sono in ansia per i loro figli e per le difficoltà che questi incontrano. Spesso il genitore deve scegliere anche per i figli, quando questi sono persi nella loro indefinitezza e incapacità di orientarsi e prendere decisioni: allora il genitore è tenuto ad intervenire ma questo gli provoca non pochi conflitti e sofferenza interiori e il dubbio, veramente duro da reggere, di stare conducendo il figlio verso la strada sbagliata.

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Impariamo da quelli vicini

Da quella compagna, da quel figlio, da quel genitore, da quel collega con i quali condividiamo più tempo o prossimità.
Ci piace mostrarci “sfolgoranti” al mondo e sorvoliamo sui nostri egoismi e sulle nostre meschinità quotidiane, domestiche.
L’altro vicino è quello che ci mostra il nostro essere più profondo facendolo emergere nel piccolo quotidiano.