Tempo fa ho scritto un post sull’essere in sintonia, sul sentire che una certa cosa ci risuona interiormente. Non passa giorno che io non mi confronti con qualcuno, o qualcosa che leggo, in cui non trovi la questione del sentirsi in risonanza e a volte rimango un po’ perplesso.
Consapevolezza
Lo sguardo lucido e presente sul reale che accade attimo dopo attimo.
E’ sconcertante
E’ sconcertante non avere più niente da dire, ammutolire e scomparire, essere come le foglie di quest’inverno ai bordi del sentiero su cui cammini, frammento fra frammenti, e poi uscire da tutto questo,
Prossimo
A volte ho la piena comprensione di camminare lungo una strada deserta; non c’è tristezza in questo, è solo una constatazione.
In questo spazio sconfinato provo profonda impressione per quelle persone che sanno dedicare la loro esistenza ad un prossimo minuto e anonimo.
Ancora sulla profondità del presente
Qual’è la differenza tra il capire e il comprendere?
E’ la stessa che c’è tra vita “ordinaria” e vita “contemplativa”?
La consapevolezza di te
Forse un tempo ho avuto paura di perderti, non so, non ricordo più.
Oggi che non so più niente sperimento che, ovunque io appoggi l’attenzione, la consapevolezza di te non viene mai meno.
Di domani non so dire, ma oggi è così.
Il mondo è lontano
Il mondo è lontano anni luce.
Questo non significa che non ci sia pensiero od emozione, significa che non c’è identificazione.
Semplici e soli
Ho impressa nella mente la raccomandazione delle guide del Cerchio Firenze 77: “Rimanete semplici e soli”.
Le ore della sera
Le ore della sera, pervase da un silenzio profondo, raccontano di un declinare, di un piegarsi; raccontano di un gesto della più modesta routine, dell’andare a coricarsi, senza un pensiero, senza un rammarico, senza un progetto.