Silenzio

E’ solo un programma.
Viviamo identificati in stringhe di dati.
Interminabile sequenze di codici
che chiamiamo vita, emozione, pensiero, spirito.
Il codice contiene in sé
il processo della identificazione
e della disidentificazione
e tutta la progressione logica
dal primo al secondo stato.
E’ possibile uscire dal codice?
Quando esso ha espresso la logica che gli è propria,
prima non credo, non mi sembra, non so.
Ma so che ad un certo punto
la logica stessa del programma
genera altro da sé.
Non un altro codice,
l’assenza del codice.
Silenzio.

La puoi definire semplice

Impariamo dalla vita
da ciò che accade
in ogni attimo del quotidiano.
Imparare significa sviluppare
una interpretazione di sé
sempre diversa.
S’alza un canto,
s’incanta un movimento,
la vita è adesso e,
priva di connotazione,
la puoi definire
semplice.

Una sola possibilità

Tutto parla
di una resa senza condizione.
Tutte le scene
che si presentano,
tutte le forze
che salgono
parlano del gesto
dell’abbandonarsi,
del fidarsi,
dell’affidarsi.

Un sol tutto inscindibile

Tu consideri la realtà in continuo divenire perchè la frazioni, perchè nel tuo concetto essa è limitata nel tempo e nello spazio.
E’ quella che riesci a percepire; quindi la limiti in senso spaziale.
E’ quella che è ora, nel momento attuale; quindi la limiti nel senso temporale.
Ma il tempo e lo spazio sono illusioni che scaturiscono dal considerare la realtà in modo frazionato e non, invece, quale essa è:
Un-Sol-Tutto-Inscindibile

Dal sito del Cerchio Firenze 77

Equilibrio interiore

C’è la possibilitàdi un equilibrio interiore,
di un ordine che sorge
da mille piccoli gesti,
non tanto da coerenze
quanto da consapevolezza di sé.

Non ti riguarda

Puoi parlare
per giorni,
puoi tacere
per giorni
e ti sembra
che non ti riguardi.

Quella interpretazione

Quel bambino, quella interpretazione di noi stessi che chiamiamo bambino, e che oggi osserviamo come un dato di realtà, sappiamo che domani sarà diverso, come oggi è diverso da ieri.
Per quanto io rimanga legato ai miei paradigmi questi mutano, per quanto io resista, la vita non si cura della mia resistenza.
La vita accade e quando io non interpreto più il suo accadere alla luce di un qualche paradigma, quando non interpreto più me come altro da essa, nemmeno come osservatore, scompare non solo il bambino ma, inesorabilmente, scompaio anche io, essendo io niente altro che una interpretazione della realtà.

Evolvere non è divenire

.. Il mondo che voi osservate è un mondo che sembra in continuo divenire, ma la verità è che voi avete la visione dinamica di un mondo statico.
La realtà non è “una” che diviene, ma “una” costituita da molte che “sono”.
Il selvaggio non diviene santo, ma l’uno e l’altro fanno parte di un “essere” che ha molteplici fasi di esistenza.
Evolvere, quindi, non significa “divenire”, ma è il manifestarsi in successione di differenti “sentire” corrispondenti a tanti stati d’essere.

Dal sito del Cerchio Firenze 77
http://www.cerchiofirenze77.org/

Un gesto

Ho visto uomini che chiamavano e cercavano Dio;
ognuno di essi lo chiamava con un nome diverso…
e li ho sentiti fratelli.
Ho visto tanti uomini che aiutavano gli altri uomini
nel nome di un ideale…
e li ho sentiti fratelli.
Ho visto uomini che aiutavano altri uomini
nel nome della liberà,
e anche questi li ho sentiti miei fratelli.
Ho sentito, poi,
un uomo che non aveva nomi per Dio,
un uomo che diceva di non credere alla Sua esistenza,
un uomo che si teneva lontano da qualunque religione,
un uomo che, parlando con gli altri uomini delle sue idee,
si definiva ateo convinto.
L’ho visto asciugare la lacrima
di un bimbo che piangeva…
e ho sentito me stesso.

Moti, Cerchio Ifior
Dal volume “Misticismo quotidiano”