Una bella giornata di sole dopo la pioggia e il coperto delle settimane passate. Alla spicciolata arrivano le persone per questo incontro del fine settimana:
Consapevolezza
Lo sguardo lucido e presente sul reale che accade attimo dopo attimo.
Senza rimpianti
Questo viaggio è cominciato veramente molto tempo fa anche se la svolta è stata lo smettere di lavorare, nel ’93: da quel momento è iniziato quel che chiamo “il processo del perdere”.
Vedi la vita
A volte vedi la vita che accade e sei tenuto a partecipare e ti costa un certo sforzo farlo: c’è un luogo dove risiedi e lì vorresti restare, anche se sai che non hai alcuna possibilità di scelta.
Avverti il luogo dove devi rappresentare la tua piccola scena come angusto.
Quando tutto finisce sorge un pianto inespresso.
Via spirituale e stimoli
Troppo spesso scambiamo la via spirituale per il supermercato degli stimoli alti: sarebbe importante comprendere che, una volta trovato il proprio percorso, è necessaria una immersione in quei passi e questo richiede un certo grado di impegno e dedizione e, soprattutto, la disponibilità a scendere nella routine del percorso stesso.
La vita vera
Chi ha contattato in buon grado se stesso sa, per esperienza, che la vita vera è aldilà di pensiero, emozione ed azione: magari non sa spiegarselo e inquadrarlo, ma lo sa.
C’è un’esperienza inequivocabile del vivere che parla di una alterità non condizionata dal limite che manifestiamo ordinariamente.
Imparare a fare silenzio
Qual’è la domanda che l’altro pone? L’ho ascoltata? Parla di sé, parla di me?
E’ tutto un imparare a fare silenzio nel proprio interiore per ascoltare, osservare, sentire la vita che scorre.
Prenderci cura
Domanda: perché è così difficile per noi prenderci cura non solo di questi esseri così dignitosi, ma di noi stessi, dell’altro da noi, di ciò che ci circonda e che è vita per noi e per tutti?
Presunzione
Osservo tutto questo parlare mio e altrui su ogni cosa, su ogni aspetto; osservo la nostra sottile o manifesta presunzione di sapere qualcosa di sé, dell’altro, della vita, della realtà; osservo e, a volte, mi sotterrerei con le mie mani.
Dobbiamo imparare ad edificare sulla piccolezza, sul limite, sull’insignificanza.