Tu consideri la realtà in continuo divenire perchè la frazioni, perchè nel tuo concetto essa è limitata nel tempo e nello spazio.
E’ quella che riesci a percepire; quindi la limiti in senso spaziale.
E’ quella che è ora, nel momento attuale; quindi la limiti nel senso temporale.
Ma il tempo e lo spazio sono illusioni che scaturiscono dal considerare la realtà in modo frazionato e non, invece, quale essa è:
Un-Sol-Tutto-Inscindibile
Consapevolezza
Lo sguardo lucido e presente sul reale che accade attimo dopo attimo.
Equilibrio interiore
C’è la possibilitàdi un equilibrio interiore,
di un ordine che sorge
da mille piccoli gesti,
non tanto da coerenze
quanto da consapevolezza di sé.
Non ti riguarda
Puoi parlare
per giorni,
puoi tacere
per giorni
e ti sembra
che non ti riguardi.
Quella interpretazione
Quel bambino, quella interpretazione di noi stessi che chiamiamo bambino, e che oggi osserviamo come un dato di realtà, sappiamo che domani sarà diverso, come oggi è diverso da ieri.
Per quanto io rimanga legato ai miei paradigmi questi mutano, per quanto io resista, la vita non si cura della mia resistenza.
La vita accade e quando io non interpreto più il suo accadere alla luce di un qualche paradigma, quando non interpreto più me come altro da essa, nemmeno come osservatore, scompare non solo il bambino ma, inesorabilmente, scompaio anche io, essendo io niente altro che una interpretazione della realtà.
Evolvere non è divenire
.. Il mondo che voi osservate è un mondo che sembra in continuo divenire, ma la verità è che voi avete la visione dinamica di un mondo statico.
La realtà non è “una” che diviene, ma “una” costituita da molte che “sono”.
Il selvaggio non diviene santo, ma l’uno e l’altro fanno parte di un “essere” che ha molteplici fasi di esistenza.
Evolvere, quindi, non significa “divenire”, ma è il manifestarsi in successione di differenti “sentire” corrispondenti a tanti stati d’essere.
Dal sito del Cerchio Firenze 77
http://www.cerchiofirenze77.org/
Un gesto
Ho visto uomini che chiamavano e cercavano Dio;
ognuno di essi lo chiamava con un nome diverso…
e li ho sentiti fratelli.
Ho visto tanti uomini che aiutavano gli altri uomini
nel nome di un ideale…
e li ho sentiti fratelli.
Ho visto uomini che aiutavano altri uomini
nel nome della liberà,
e anche questi li ho sentiti miei fratelli.
Ho sentito, poi,
un uomo che non aveva nomi per Dio,
un uomo che diceva di non credere alla Sua esistenza,
un uomo che si teneva lontano da qualunque religione,
un uomo che, parlando con gli altri uomini delle sue idee,
si definiva ateo convinto.
L’ho visto asciugare la lacrima
di un bimbo che piangeva…
e ho sentito me stesso.
Moti, Cerchio Ifior
Dal volume “Misticismo quotidiano”
Il problema dell’individuo
Il problema dell’individuo
non è quello di divenire, ma quello di essere.
Non è quello di conoscere, ma quello di comprendere.
Non è quello di sapere, ma quello di sperimentare.
Nell’individuo la volontà è la base della potenza.
La comprensione quella dell’amore.
La consapevolezza quella della saggezza.
Dal sito del Cerchio firenze 77
http://www.cerchiofirenze77.org/
Quotidiano
Piove da giorni,
la terra è satura d’acqua.
A stare qui hai imparato
a curare i fossi, a liberare i ponti;
è diverso questo dal lavoro
che fai con le persone?
Ora c’è la stufa da caricare,
ora una persona,
ora un fosso da aprire.
Qualcuno di questi gesti,
di questi incontri,
è più importante di un altro?
Sono aspetti della vita
e non credo che la vita faccia graduatorie.
Ogni cosa nasce e muore,
mentre quella cosa accade
la fai al meglio delle tue possibilità.
Può essere scavare un fosso con una pala,
o esporre una questione filosofica.
Quando quel gesto è compiuto, finisce,
non esiste più.
Non hai memoria.
Le parole, i gesti passano
e non lasciano traccia.
Quel gesto, quella parola, fotogrammi.
Non rimane niente.
Non esiste alcuna vita.