“Vivi il presente” è la raccomandazione presente ovunque. L’abbiamo proposta anche noi, tante volte in passato: non il futuro, non il passato, l’adesso.
Contemplazione
La nostra esperienza della vita, di noi, dell’altro. Sguardi senza osservatore.
Contemplazione quotidiana 3
41. Per il contemplante la questione del “chi sono?” è inesistente. “Quale sentire affluisce ora?”, questo è invece reale ma non è una interrogazione, è il frutto di uno stupore quando è travolto dall’onda di piena. [19.1.25]
40. Il mito del gratuito (senza compenso richiesto) è anche il mito della centralità di sé, del “ho diritto”. È un mito che attraversa la cultura digitale quanto l’ambito spirituale e sembra incontestabile: ovunque viene proposto come valore alto, nobile.
Contemplazione quotidiana 2
35. Nessuno è quello che mostra né quello che crede di essere: lo sguardo contemplativo, la focalizzazione sul sentire ci portano a comprendere l’illusorietà di ogni manifestazione.
Contemplazione quotidiana 1
18. Al paragrafo 17 evidenzio il nodo della disciplina di vita: se la vita vera, autentica, è ciò che vogliamo realizzare, allora entriamo in un ambito in cui le forze, le disposizioni, il carattere, gli attaccamenti, i bisogni vanno gestiti e disciplinati.
Per giungere infine nel deserto, da straniero
Dove conduce la via della realizzazione e dell’unità? In un giardino fiorito come cantato da mille tradizioni? O in un deserto? La seconda, nella esperienza del Sentiero contemplativo.
Natura autentica/Ciò-che-È: come viene sperimentata
Due stralci di un post che uscirà a maggio 2025 nel ciclo “Bussho” e che analizza ciò che viene sentito dal contemplante quando definisce una situazione come Ciò-che-È/natura autentica.
Se contempli l’attimo presente
Se contempli l’attimo presente scopri che è vuoto di ognuno degli attributi che gli conferisci: è vuoto di te, è spazio vasto, è privo di senso, è esistenza, è essenza, è unità, è vita generatrice in potenza e in atto.