L’intensivo del 12-14 aprile al monastero di Fonte Avellana. Due giorni con persone che iniziano munite di buona volontà e di apertura mentale, laiche.
Contemplazione
La nostra esperienza della vita, di noi, dell’altro. Sguardi senza osservatore.
La natura dello zero
Tutto ciò che a noi appare così consistente e reale, si svela alla consapevolezza profonda non solo come effimero e illusorio, ma è compreso come non-reale e inesistente.
Non l’io, non il noi, non il tutto esiste.
Fare spazio
quando atomi di sentire
entrano nei corpi
e tutto coinvolge e converge
L’uomo che viene salvato, che si salva da solo, ed il “ciò che è”
Prendo spunto dalla lettura di un articolo di Enzo Bianchi apparso su La Stampa del 3 maggio 2009 scritto in risposta ad alcune tesi di Vito Mancuso.
Il divenire. L’impermanente. Il transitorio.
“Basandosi su frammenti di ossa, denti e crani rinvenuti in passato, il Senckenberg research institute di Francoforte ha dato un volto agli ominidi che hanno popolato il pianeta a partire da 7 milioni di anni fa.
Silenzio. Neve. Stare
Immagini dall’intensivo del 22-24 febbraio al monastero di Fonte Avellana
(foto di Massimo R.)
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