Alone in Space… Again!

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Dicembre

La notte s’apre pian piano al giorno,
nella legnaia appena si intravede la ramaglia
per accendere la stufa.
Il giorno sorprende questi due piccoli esseri
che silenziosi e lenti brigano
attorno alle loro occupazioni, senza affanno.

Incontro, separazione, sentire: il ritmo della vita

Vedo la vita che compone e scompone e ricompone la realtà in ogni suo aspetto.
Come le cellule per riprodursi si dividono, così mi sembra che la vita faccia con gli uomini: nelle famiglie, nel lavoro, nelle amicizie, nelle comunità, nelle società: produce l’incontro, la relazione e poi la separazione e quindi l’aggregazione con altri protagonisti e su basi differenti.

continua..

Il tuo sguardo

Non ho interesse per il mio sguardo, solo al tuo guardo e mi interrogo.

La compassione

Non dallo sguardo del lupo, né da quello del bisonte, non da questi sorge la compassione, ma dallo sguardo dell’osservatore neutrale, oltre l’identificazione con il sentire del lupo e del bisonte. La scena contemplata è quel che, senza aggiunta.

continua..

Uno strumento musicale

Ti alzi che il mondo dorme. Nel buio la realtà è  immobile: ogni gesto, ogni passo risuona. Seduto sulla seggiola la consapevolezza di essere ti conduce non a separarti, ma a perdere il confine: tra te e l’ambiente c’è una continuità, è improprio parlare di te e ciò che ti circonda, c’è un essere diffuso che non marca limite.
Nella mente non c’è contenuto: vuota risuona nel silenzio dell’alba che ancora non viene. Cos’è l’umano senza mente? Uno strumento musicale.

Come risa nella notte

L’esperienza di quello spazio sempre prepara il tuo avvento.
Sei uno stato dell’essere: prima ti mostri come spazio e silenzio, poi come pienezza e commozione.
Poi ancora silenzio. Un ritmo senza fine.
Oltre tutto ciò che sembra l’esistente, l’essere della realtà che non ha bisogno di parole, canta se stesso.
La pioggia che cade sul vetro dell’abbaino lo trasforma in strumento musicale: nel vuoto della mente le gocce risuonano come risa nella notte.