Il capitolo 58 della regola ci dice come bisogna accogliere coloro che chiedono di entrare in monastero. Si tratta di un vero e proprio psicodramma. II candidato è accolto male; non gli si accorda una «entrata facile», lo si fa attendere alla porta per «4 o 5 giorni», lo si ricopre d’ingiurie (bisogna credere che le vocazioni non erano rare all’epoca e che esse erano solide).
Contemplazione
La nostra esperienza della vita, di noi, dell’altro. Sguardi senza osservatore.
La mente deve piegarsi alla casualità [vdc35]
Le basi della Via della conoscenza. Nel momento in cui la vostra mente viene ridimensionata, la vita incomincia ad apparire così com’è, ovverosia pura casualità dei fatti o degli avvenimenti che vi fa riconoscere che nulla voi potete controllare ma che tutto deve essere lasciato andare.
La vita monastica nel medioevo7: gli abitanti del monastero
Sarebbe un grande errore credere che un monastero era abitato solamente da monaci. Anche oggi vi si trovano delle persone che non sono per niente impegnate con il legame dei voti nei confronti della casa dove esse vivono, temporaneamente o stabilmente.
L’esperienza di una comprensione sul Cristo e sull’Essere
Nel mondo cattolico si chiama Grazia. Il viandante della Via preferisce chiamarla comprensione.
La comprensione è una piccola Illuminazione. Accade quando le ultime tessere di un puzzle trovano la loro collocazione, finalmente svelando il disegno nascosto a lungo cercato.
La vita monastica nel medioevo6: il priore
Al primo posto tra gli «ufficiali» (oboedinttiarii) che sono incaricati di aiutare l’abate a governare i monaci e ad amministrare i beni del monastero c’è il priore. Sarebbe eccessivo dire che questo «funzionario» goda dei favori di Benedetto. In realtà il patriarca non lo vuole.
Essere Uno già oggi, adesso
Scritto nei giorni della celebrazione dello smarrimento, per noi, apparentemente incapaci di cogliere il valore dei simboli inscritti nei cicli cosmici che da millenni l’umano onora cambiando le forme ma conservandone la consapevolezza.
La vita monastica nel medioevo5: l’abate
A ogni signore, ogni onore. L’abate, secondo san Benedetto, è il vicario di Cristo in terra (vices Christi ereditar agere, c. 13, 29), il padre del monastero sia sul piano materiale (c. 33, 8) che su quello spirituale (c. 49, 22), il pastore (c. 2,15.22), il maestro (c. 3,14), il medico (ec. 28, 8), il maggiordomo della casa (cc. 64,16 e 3,14).
La vita monastica nel medioevo4: la democrazia monastica
Come sono governati i monaci? Come sono eletti oggi, come lo erano nel Medioevo coloro che hanno il compito di governarli? I sudditi hanno dei diritti o devono solamente obbedire perinde ac cadaver?
La vita monastica nel medioevo3: edifici che hanno un’anima
L’architettura di un’abbazia non è lasciata, per fortuna, all’immaginazione dell’architetto. Essa deve essere funzionale.
La vita monastica nel medioevo2: ambienti e consuetudini
II cuore di un’abbazia, la sua unica ragione d’essere è evidentemente la chiesa. Sia essa umile o sontuosa è da essa che ogni giorno, giorno e notte, si eleva la preghiera dei monaci.