Scritto nei giorni della celebrazione dello smarrimento, per noi, apparentemente incapaci di cogliere il valore dei simboli inscritti nei cicli cosmici che da millenni l’umano onora cambiando le forme ma conservandone la consapevolezza.
Contemplazione
La nostra esperienza della vita, di noi, dell’altro. Sguardi senza osservatore.
La vita monastica nel medioevo5: l’abate
A ogni signore, ogni onore. L’abate, secondo san Benedetto, è il vicario di Cristo in terra (vices Christi ereditar agere, c. 13, 29), il padre del monastero sia sul piano materiale (c. 33, 8) che su quello spirituale (c. 49, 22), il pastore (c. 2,15.22), il maestro (c. 3,14), il medico (ec. 28, 8), il maggiordomo della casa (cc. 64,16 e 3,14).
La vita monastica nel medioevo4: la democrazia monastica
Come sono governati i monaci? Come sono eletti oggi, come lo erano nel Medioevo coloro che hanno il compito di governarli? I sudditi hanno dei diritti o devono solamente obbedire perinde ac cadaver?
La vita monastica nel medioevo3: edifici che hanno un’anima
L’architettura di un’abbazia non è lasciata, per fortuna, all’immaginazione dell’architetto. Essa deve essere funzionale.
La vita monastica nel medioevo2: ambienti e consuetudini
II cuore di un’abbazia, la sua unica ragione d’essere è evidentemente la chiesa. Sia essa umile o sontuosa è da essa che ogni giorno, giorno e notte, si eleva la preghiera dei monaci.
La vita monastica nel medioevo1: il luogo del monastero
Pubblichiamo alcuni stralci del libro di Léo Moulin, La vita quotidiana secondo San Benedetto, Jaca Book editore, 1980.
Non pensiero, non forma, non sostanza, non dimorare
Il mio insegnamento* […] si basa sul non-pensiero come dottrina base, sulla non-forma, non-sostanza, e sul non-dimorare.
Illuminazione, intuizione, comprensione, mente
La posizione della Scuola settentrionale è quella di eliminare le impurità della mente per mezzo della pratica, quindi con un processo graduale che richiede un certo tempo.
Radicarsi alla Sorgente non discriminando
“Qual è la mia relazione con la Sorgente? Come mi radico in essa? Dal post ‘7 domande per ogni giorno della vita‘. Questa è la prima delle sette domande, vorrei ora aggiungere una sfumatura fondata sull’esperienza di questi anni.
Nell’irrilevante il segreto della vita
Non perché l’irrilevante contenga in sé chissà che cosa, la sua centralità deriva dal fatto che non è rilevante agli occhi dell’identità. Il rilevante per l’identità non svelerà mai l’Essenziale proprio in virtù del fatto che gli viene attribuita una rilevanza: i fatti sono solo fatti, divengono rilevanti in virtù di una attribuzione e questa ne vela la natura.