Declinazioni dell’Assoluto

Ho pubblicato in Novità dal Sentiero una breve presentazione dell’ispirazione quacchera, tra le articolazioni del mondo cristiano certamente una delle più vicine al nostro cammino.
La “luce interiore” dei quaccheri è certamente assimilabile al “processo intuitivo” del quale parliamo nel Sentiero.
Il processo intuitivo non è solo l’espressione del compreso contenuto nella coscienza, è ben altro e vorrei tornare a rifletterci brevemente.
Ogni essere che assume una forma e un’espressione nel tempo e nello spazio (*/**) di cosa è espressione?
Potremmo rispondere dell’Assoluto, ma è una affermazione piuttosto generica. Diremo invece che è espressione di uno degli innumerevoli gradi del sentire dell’Assoluto:

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Proteggere le proprie possibilità

Cos’è una possibilità? Ciò che si presenta nel quotidiano, nella ferialità dei giorni, ed anche, ovviamente, nell’eventuale straordinario.
Ciò che viene, che accade, offre una possibilità di esperienza, di consapevolezza, di comprensione, di contemplazione.
Ciò che viene è portato da coloro che abbiamo attorno: il partner, i figli, gli animali di casa, i compagni di viaggio, gli amici, i colleghi di lavoro.

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Essere Uno e non saperlo

Dice Samuele nel commento al post I fatti, l’oggettività, il dubbio: Ma che ne è poi di tutta la comprensione se siamo chiamati a fonderci ed a riunirci con l’Assoluto? Che ne sarà di noi? Rimarrà qualcosa, o siamo dei semplici contenitori funzionali a questi corpi spirituali che pure saranno chiamati a fondersi ed a sparire?
Che cosa ne è dei tanti Samuele che negli anni si sono succeduti? Non sono forse stati integrati nel Samuele attuale? Non è quello attuale, la risultante di tanti sentire che nel tempo si sono integrati ed ampliati?

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Divenire, essere, senso e scopo

Parto da questa espressione cui fa riferimento Samuele nel suo commento al post Illuminazione e coscienza: Le vite, il vivere dunque è un processo con uno scopo: generare comprensione, ampliamento del sentire, strutturazione del corpo della coscienza.
E’ in chiara contraddizione con quanto affermato nel post La realtà senza senso. Come mai?
Due sono i punti di vista da cui si può osservare e comprendere la realtà: il punto di vista del divenire e quello dell’essere.

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Fenomenologia dell’intuizione

Definiamo intuizione il processo secondo il quale un contenuto della coscienza affiora alla consapevolezza e viene espresso attraverso il corpo mentale, il corpo emotivo e quello fisico.
Non dunque un contenuto della sfera conscia riguarda l’intuizione, ma uno di quella inconscia, ovvero che non è sotto il dominio della mente e di suoi strumenti.
Non dal serbatoio della memoria e del sapere sorgono i contenuti dell’intuizione, ma dal mare del sentire di coscienza.

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Illuminazione e coscienza

Dice Luciana commentando il post La realtà senza sensoColoro che hanno sperimentato quella che viene chiamata “illuminazione” (Eckart Tolle e simili) risiedono in quell’essere, nel “semplicemente accade”? Se è così il dubbio svanisce, la serenità che emanano fuga ogni perplessità.
E a proposito dell’ultima frase “è possibile andare oltre senza avere forgiato gli strumenti adeguati?” Mi viene da pensare che finché non si sono formati corpi adeguati l’attraversamento non sia possibile, sbaglio?
L’umano ama le fiere ed il circo e per attrarre la sua attenzione ciò che accade deve essere eclatante.

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La realtà senza senso

Passano gli anni come le immagini del paesaggio viste da un finestrino di un treno in corsa.
Nulla di quello che scorre puoi trattenere: alla fine del viaggio, se non sei stato consapevole, se non ti sei lasciato modellare da quello che accadeva in te e nel piccolo ambiente attorno a te, cosa ti rimane?
Scorrono senza sosta i pensieri e le emozioni e il seguirli ci svuota; si ripetono le azioni e le esperienze e la routine ci consuma.
Vuoto di senso è il vivere.
Ci diciamo che vivere è imparare: si, certo, fino ad un certo punto è così, ma poi? Cosa c’è oltre l’imparare?

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Relazioni virtuali e comunione dei sentire

Nell’ottica duale e separativa, ci sono io, ci sei tu, ci siete voi e tra noi c’è di mezzo lo spazio, il tempo, le vite separate l’una dall’altra.
Nella logica unitaria del sentire, tutto questo non c’è, è superato nell’esperienza della relazione esistenziale.
Al centro c’è la relazione, il fluire senza fine di dati tra coscienza e coscienza, tra coscienza ed identità.
La logica unitaria è simile ad una rete internet immensa in cui tutti i dati vengono scambiati e dove le prossimità di sentire convergono in hub specifici costituendo piccole isole akasiche, isole di sentire di coscienza.

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Sulla felicità

Non uso quasi mai questa parola, per pudore, perché è abusata, perché non la amo associata al cammino interiore e alla sua complessità, perché il mio compito, come dicevo in un altro post, non è trastullarvi ma togliervi ogni giocattolo.
Conosco la felicità? Certamente, è compagna del quotidiano.
Come si manifesta? Nel gioco, nella propensione a giocare senza fine, essenzialmente.
Dove origina? Nell’irrilevanza di me.

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