Non conosceremo mai il Reale
fino a quando considereremo
questo alto e quello basso,
questo evoluto e quello no.
Essenziale
Grazie per questa manifestazione imperfetta
Immagino che Tu, l’Assoluto,
sia perfetto.
Immagino anche che tutto ciò
che non è fuso in Te,
sia da considerare imperfetto.
Nessuno diviene altro da quel-che-È.
Se il cielo fosse sempre tèrso,
o sempre nuvoloso,
e l’albero sempre in fiore,
o perennemente spoglio,
non vedremmo più né il cielo, né l’albero.
Il pane di ogni giorno già sulla tavola
Se vedessimo l’Evidente,
lo scorgeremmo in ogni dettaglio,
in ogni fatto.
La mistica del silenzio
Non c’è cammino spirituale che non si misuri con una certa mistica del silenzio.
La parola essenziale
La parola essenziale nasce dal posizionamento della nostra soggettività: un passo indietro.
Abbandonare ogni avversione
Sorgono naturali nella mente e nell’emozione moti di adesione e di avversione: come sorgono li lasciamo andare.
Più in profondità dell’emozione e del pensiero
Se mi fermo a osservare e ad ascoltare, vedo il fiume ininterrotto di pensieri, di emozioni e sensazioni. Se li lascio scorrere senza trattenerli, affiora la percezione di uno strato più profondo, silenzioso e vasto.
La sfida del Ciò-che-È e i cinque strumenti
Che la mente/identità generi una realtà illusoria è dato acquisito.
Che il sentire operi allo steso modo, è oggetto di discussione.
La visione esterna, la percezione interna del Reale, il vivere pienamente
Il Reale è un grado d’esperienza e di consapevolezza; il reale è un grado diverso.
Il primo è sperimentabile prevalentemente attraverso i sensi del sentire, il secondo attraverso la prevalenza dei sensi dei corpi transitori.