Il lutto della mente nella via spirituale

Mi dice un’amica e sorella in questo cammino, di come le sia cambiato l’umore da quando pratica senza sosta la disconnessione, il ritorno a zero, al presente che accade: la pervade uno stato di neutralità con l’umore mai acceso, ma piuttosto colorato da una lieve malinconia e apatia.
E’ una condizione che ben conoscono le persone che hanno una lunga confidenza con la via interiore e spirituale e che accomuna tutti coloro che coltivano senza sosta la consapevolezza del presente e, con essa, l’incessante disconnessione dal contenuto mentale ed emozionale e dall’identificazione con ciò che accade.

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Ascolto, osservazione, abbandono e marginalizzazione di sé

E’ questo il passaggio, o per lo meno l’inizio, di una inversione (radicale) dal “protagonismo” egoico  ( le esperienze di unificazione, le vedo sempre più in questa prospettiva: corroborano il desiderio di centralità dell’io, esse dicono “guarda quanto sono profondo ed elevato”) alla marginalizzazione proprio di questo “protagonismo”?
Questo chiede Leonardo nella sezione Domande e Risposte del sito.
E’ un lungo processo di marginalizzazione quello che inizia una volta che in noi si sono create le basi di una stabilità.

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Da ricercatore spirituale a monaco

Ricercatore spirituale: colui che indaga sé ed il proprio rapporto con la realtà con il fine della unificazione interiore.
Monaco: colui che ha trovato il proprio approdo, ha riconosciuto le coordinate del proprio procedere esistenziale e spirituale e dedica la propria esistenza all’unificazione interiore attuata in ogni momento del quotidiano e del feriale.
Il monaco ha riconosciuto, perché ho usato questo termine?
Il ricercatore indaga la realtà ed acquisisce elementi di conoscenza, di consapevolezza e di comprensione: quando questi elementi superano una certa massa critica, nella persona matura una consapevolezza nuova, una visione di sé prima non presente.

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L’importanza del processo, non della forma

Tutto ciò che accade nel tempo e nello spazio, nel divenire, assume una forma, di qualunque materia essa sia.
Ogni forma è il simbolo visibile di un processo.
Ogni processo conduce da ego ad amore.
Nel divenire, ogni fatto/forma accade nel presente e svela comprensioni e non comprensioni.
La persona della via interiore e spirituale è quella che non si ferma alla forma esteriore, ma di essa coglie il simbolo, il processo che indica.

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La responsabilità delle proprie scelte e il karma

Le cronache parlano di una giovane donna che si è tolta la vita non reggendo il giudizio mediatico conseguente alla pubblicazione di materiale molto personale. Parlano anche, le cronache, dell’accanimento contro di lei sui social quando quel materiale uscì, un anno addietro.
E’ un dramma che ci ricorda l’importanza del discernimento e la responsabilità che sempre accompagna ogni nostra scelta.
Qualunque scelta io operi, ho la capacità e una struttura identitaria sufficientemente stabile da reggere le conseguenze che dalla mia scelta possono derivare?

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Le crisi interiori cicliche

Definisco crisi lo smarrimento dovuto alla perdita di senso di ciò che si vive.
Negli affetti, nel lavoro, nella via interiore questo è comune e, direi, anche sano. Perché?
Perché è fisiologico e naturale perdersi. Chi si perde? L’identità.
Chi si ritrova? L’identità.
La crisi è dinamica dell’identità che trova nutrimento in ciò che vive, o lo perde e si smarrisce.
Una coscienza non va in crisi, non è identificata con ciò che sperimenta e su quello non coltiva aspettative o sogni, non proietta desideri e bisogni.

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Ricominciare l’opera senza fine

Non è l’estate la stagione della chiarezza: la forte esposizione solare non è elemento che nell’umano possa portare lucidità di sguardo e di analisi.
Settembre è un mese di transizione: dalla dominanza della luce e del calore, ad un maggiore equilibrio. Settembre annuncia e prepara l’autunno, il gesto introversivo che culmina nel solstizio d’inverno, alle porte del Natale.
Usciamo dall’estate frastornati ed anche smarriti: lontane sembrano le certezze, le chiarezze, le consapevolezze su sé e il cammino.

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La necessità della pratica della meditazione e della disconnessione

Una persona della via interiore ha una duplice necessità non derogabile:
– praticare la consapevolezza e la disconnessione dai contenuti mentali ed emotivi dopo che di essi si sia sondata la portata;
– praticare la gratuità della meditazione.
Ho precisato che queste sono necessità non derogabili, cosa significa?
Una via non è semplicemente un cammino di conoscenza e consapevolezza: è un procedere assieme ad altri, è un muoversi all’interno di un processo di unificazione che ha le sue logiche, le sue ecologie, la sua igiene interiore.

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Il superamento del condizionamento

Chiede Sandra nel commento al post Il coraggio di creare e la ricerca di sensoIl de-condizionamento non è il liberarsi da qualcosa di esterno, è il frutto del superamento di una limitazione nel sentire ma, nel quotidiano, all’umano può apparire come un liberarsi da condizionamenti esterni e interni?
All’umano tutto appare come un liberarsi dai lacci, o come un legarvisi ma, in realtà, la cosa è più complessa.
Ogni processo che viviamo è processo di comprensione, o di verifica di una comprensione e ogni fatto che a noi sembra tanto casuale, è sempre inserito in un processo: tutti i fatti parlano dunque di comprensioni in atto o in divenire.

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Custodire

Cerco di custodire questa distanza siderale dal mondo e la proteggo non come qualcosa che mi rende diverso, ma come una immensa possibilità di conoscenza, consapevolezza e comprensione.
Nella distanza da me come soggetto/mondo, i fatti che accadono sul palcoscenico del divenire divengono chiari e mostrano la loro natura al sentire.
Non alla mente, al sentire. Tutto parla del sentire dell’umano in continua trasformazione e delle mille forme che assume nell’apparire della rappresentazione.
Leggo e incontro con la gioa di leggere e di incontrare; scrivo con la gioa di offrire senza pretesa di me.

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Il mondo specchio dell’interiore

Lungo la riviera romagnola ci sono addette alle camere che vengono pagate due euro a camera in alberghi a quattro stelle (Fonte: l’Espresso di questa settimana). Prendi pochissimo e devi lavorare moltissimo, quanto puoi reggere?
Sono eccezioni? Non diciamo sciocchezze.
Un produttore di grano tenero incassa 17€ a quintale, in piena rimessa. Come produrrà domani e come pagherà i debiti, gli operai?
Se vogliamo comprendere il tumore che ammorba l’Europa, dobbiamo osservarne le metastasi, divenirne consapevoli ed operare per cambiarle.

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