Un video Unicef pone la questione dello nostre reazioni di fronte ad una persona bisognosa: nello specifico vengono registrate le reazioni di fronte ad una bambina sola per strada, ma ben vestita e curata, e di fronte alla stessa bambina truccata da povera. La prima bambina viene accudita, la seconda ignorata.
Perdonate, ma in sé il video non dimostra niente se non che abbiamo paura e diffidenza rispetto a tutto ciò che può comportare un problema, o un’aggiunta di complicazione nella nostra vita.
Di fronte ad una bambina sola, ma curata e ben vestita, noi sappiamo che la soluzione non sarà complessa; stessa certezza non abbiamo di fronte alla bambina sola e in cattive condizioni: qui si può spalancare un mondo che non consociamo, che possiamo avere difficoltà nel gestire, che ci richiederebbe forze che non abbiamo, o che non vogliamo mettere in campo. Poi, magari, non sarebbe così e la gestione del primo caso e del secondo richiederebbero, alla prova dei fatti, lo stesso impegno, ma noi abbiamo paura della situazione che si configura come più complessa e meno gestibile.
Il quotidiano
La consolazione, la gioia, l’essere
Cerchiamo consolazione: un luogo, un’esperienza che ci riscaldino il cuore.
Le menti cercano appigli per non sentire il rumore dell’angoscia e del non senso e, in questo tentativo, il partner, i figli, il lavoro, un libro, una partita, un viaggio sono consolazioni, luoghi della mente e del cuore dove risiedere: il pensiero, l’aspettativa, la narrazione di tutto questo e di molto altro ancora, ci permettono di tirare avanti. Letteralmente: di tirare avanti.
Qui in quest’eremo tra i campi di girasole e di grano, tra gli olivi e l’odore forte del coriandolo, se rincorressimo le consolazioni saremmo perduti.
L’atmosfera vibratoria e la sua percezione
Dice Leonardo in Domande e Risposte: Vorrei sottoporre al tuo giudizio un’esperienza che mi è successa ieri a lavoro.
Giunto al ristorante, ieri dopo l’intensivo, si è mantenuta in me per tutta la durata del servizio quella predisposizione interiore di cui ho parlato nella sessione di domenica e a pranzo: una vibrazione di fondo in cui era radicato il piano del divenire, del soggetto. Questa vibrazione di fondo si è chiarita via via che lavoravo, come un profondo silenzio vibrante che avvolgeva tutto, come se da quel silenzio tutto nascesse: dai miei gesti e parole, al rumore di una forchetta che rimbalzava a terra, alle urla dei bambini, al vociferare alto dei clienti.
Dare per scontato il presente
Dare per scontato la presenza dell’altro, la situazione di un figlio, l’acquisizione di un diritto, il contenuto di una lettura, il significato di un’espressione.
Il velo della routine copre lo sguardo e la realtà ci sembra conosciuta, l’attenzione diminuisce, la presunzione di sapere e di conoscere ci inorgoglisce.
È allora che perdiamo il contatto con la realtà, se mai lo abbiamo avuto, nella routine del conosciuto, in quella processione di atteggiamenti interiori che danno per scontato ciò che bussa nel presente.
La sopraffazione, i femminicidi
Non so quanto dipenda dalla mia storia psichica o dalle mie attitudini caratteriali il fatto che io non abbia mai alzato un dito su una donna. Ma so per certo che dipende in buona parte, per dirla molto banalmente, dalla mia volontà di non farlo; dalla mia educazione e dall’esempio ricevuto in famiglia; dalle mie inibizioni culturali, che mi fanno considerare indegna e vile la sopraffazione dell’altro; infine, e non ultimo, dalle mie convinzioni politiche, che mi conducono fortemente a credere che la libertà delle donne sia condizione (forse la prima condizione) della libertà di tutti.
La vicinanza che aiuta
In una coppia, se i due affrontano la vita leggendola alla luce dello stesso paradigma, tutto è più facile: quando in una officina gli operai sono esperti ed affiatati, il lavoro scorre molto più agevolmente e con meno fatica per tutti. La presenza di un apprendista che non conosce il lavoro, richiede uno sforzo e una dedizione particolari ma, in genere, l’apprendista impara e quello sforzo è ripagato dalla suddivisione futura dei compiti e dei carichi.
Quando in una coppia, uno dei due non ne vuol sapere di condividere il paradigma, la cosa si complica: un apprendista lo puoi anche licenziare, un partner pure, ma è più complicato.
Proteggere le proprie possibilità
Cos’è una possibilità? Ciò che si presenta nel quotidiano, nella ferialità dei giorni, ed anche, ovviamente, nell’eventuale straordinario.
Ciò che viene, che accade, offre una possibilità di esperienza, di consapevolezza, di comprensione, di contemplazione.
Ciò che viene è portato da coloro che abbiamo attorno: il partner, i figli, gli animali di casa, i compagni di viaggio, gli amici, i colleghi di lavoro.
La radice della tenerezza
L’esperienza della tenerezza si colora di emozione e di affetto, ma la sua natura è altra: c’è tenerezza quando si comprende il fattore esistenziale in gioco.
C’è tenerezza perché c’è comprensione e quindi accettazione senza condizione.
Che l’esperienza della tenerezza sia suscitata da qualcosa che accade in noi, o nell’intimo dell’altro, poco cambia: se comprendiamo il processo esistenziale in atto, se a quella comprensione segue un inchinarsi e un ammutolire, lì sorge l’esperienza del così è, avvolto nel manto della tenerezza.
Il Papa, gli animali, le pretese
Dice Francesco che quando l’umano privilegia l’attenzione all’animale piuttosto che al suo vicino, non va bene.
Lo dice scuotendo la testa, come a sottolineare che proprio non ci siamo.
Evidentemente lui ritiene di sapere che cosa è bene, che cosa è meno bene e che cosa è male.
Antico vezzo dei cattolici che non perdono occasione per ricordarti dove sta il bene e loro, naturalmente, sanno dove sta.
Spero mi perdonerete il sarcasmo..
Sesso, abitudini, comprensioni
Dice la nostra amica in merito alla discussione sul sesso: Ogni istinto, compreso quello sessuale, se lo ascolto è un languore in una zona del corpo. E se non lo alimento con fantasie a volte è solo una piccola tensione. A volte invece è un energia che nasce già molto intensa. Come si trasformano queste energie? La trasformazione, è un processo che avviene dopo aver sperimentato ancora e ancora la presenza di questi impulsi?
Mettiamo un punto fermo: ognuno ha quel che gli serve.
Gli serve a cosa? A fare esperienza, a divenire consapevole e, infine, a comprendere.