La fine dei piccoli mondi

Cosa sono i piccoli mondi? Le piccole ristrette visioni, le piccole certezze e identificazioni; il conforto delle ristrette cerchie con ristretti orizzonti.
Il paesello, le appartenenze, le adesioni, il conforto del conosciuto, le abitudini e le rassicurazioni del banale e ordinario sentirsi come gli altri.
La prevalenza del sentire sui miti e i riti della mente azzera in larga parte i piccoli mondi, li rende evidenti piccoli angoli di consolazione che non parlano all’essere, muti al sentire.
Il sentire è uno sguardo che tutto abbraccia e tutto tiene assieme, è privo di consolazioni e di trastulli, è profonda comprensione di ogni fatto ovunque esso accada, chiunque riguardi.

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L’obbedienza profonda

C’è un momento in cui la vita chiama e la risposta giunge senza esitazione, senza riflessione, senza discernimento alcuno: semplicemente accade d’obbedire, sorge nell’intimo un sì come moto di pura gratuità.
Per qualunque ragione chiami la vita, in qualsiasi ambito, la reazione è pronta: il soggetto, libero dall’ingombro di se stesso, dei propri bisogni, aspettative e giudizi, non discute, non pone condizioni, non sottolinea la propria disponibilità, è semplicemente pronto.
La chiamata della vita è occasione per il sì incondizionato, come per la freccia la volontà dell’arciere.
Non essendoci alcun fondo di resistenza, alcuna pigrizia, alcuna indolenza, obbedire è facile.

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Ciò che accade e niente altro

Una cosa alla volta accade e una cosa alla volta riconosciamo come la nostra vita.
Quell’accadere è il determinante: ciò che insegna, ciò che è.
Ogni fatto ci insegna, ci cambia e, anche se a noi non sembra, ci rende migliori.
Ogni fatto accade e, da un punto di vista più ampio di quello appena descritto, è quel che è, accadere senza tempo e senza senso, pura gratuità.
Ogni fatto lo riconosciamo e ci disponiamo ad imparare fino in fondo la lezione che porta.

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L’alimentazione, Cerchio Ifior

Il testo in formato Pdf per la stampa
La fonte

“Come certamente ricorderete, il corpo dell’individuo incarnato non ha una costituzione lasciata al caso o agli eventuali capricci delle leggi naturali, ma si va costruendo sotto l’influsso delle necessità evolutive di ogni individuo che si incarna sul piano fisico.
In altre parole, il corpo fisico (ma anche, in realtà, gli altri corpi dell’incarnato) si forma in maniera tale da permettergli di acquisire esperienza e di offrirgli una gamma di possibili scelte a cui si trova dinnanzi nel corso del suo periodo incarnativo.

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Ignoranza ed illusione

Dice Samuele, con la lucidità che gli è propria: “Il rifugio nella mente rappresenta a volte un vero e proprio anestetico. Rapisce i sensi e ti conduce in una zona franca, anestetizzando la vita”.
Fatti di mente, volgarizzeremmo noi. E’ il gioco comune, feriale, quotidiano di tanti di noi, della gran parte degli umani che vive la vita attraverso il filtro irreale di quello che crede, di quello cui aderisce, di quello che desidera.
Costruiamo fotogrammi di un film fantastico basato sulle nostre proiezioni, giudizi, desideri e legando fotogramma a fotogramma lo facciamo scorrere, lo rendiamo coerente ed infine dichiariamo che è noi, la nostra vita, la realtà.
Niente di tutto questo è reale, ma a noi lo sembra e questo ci basta.
L’altro? E’ come lo vedo io. Quel fatto? E’ come me lo racconto. Se non fosse tragico per le conseguenze che produce, sarebbe ridicolo.

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Dove vai tu? Dove vanno gli altri?

Viene un tempo in cui la direzione è interiorizzata e non hai scelta alcuna: la domanda sul dove vai perde senso perché ogni fatto ti conduce a quel che è, altra possibilità per te non esiste.
I fatti sono il tuo orizzonte, il simbolo che portano ti illumina il cammino, ti dice dove stai imparando e come lo stai facendo.
E’ un lavoro minuto, intimo e discreto, nascosto nella soggettività del tuo percorso, di ciò che impari e che a nessuno può essere rivelato: nessuno sa che cosa tu stai imparando; nessuno può sapere che cosa è per te la realtà; nessuno immagina cosa gli altri portano nella tua vita.
Nel tuo piccolo quotidiano, tu non vai da nessuna parte: ti si presentano fatti, ti plasmano, scompaiono. Niente altro.

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Le domande necessarie

Dice Caterina: Come essere umano ho tanti limiti e non posso decidere gli accadimenti. Farsi troppe domande su quello che ci succede é abbastanza inutile. E comunque é sempre l’accadimento perfetto per noi. La mente fa casino: “Perché è successo? Perché andavo di fretta? Bla bla…” Senza il casino ci sono solo i fatti che accadono. Cos’è il libero arbitrio?
– Il fatto che ciò che accade sia perfetto per noi non significa che non debba interpellarci.
– Certo, se non ci poniamo domande, ci sono solo i fatti, ma è questo un atteggiamento giusto?
– Non ha forse una sua funzione il domandarsi della mente?

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L’accidia, il lutto della mente

L’accidia è quel senso di noia, di fastidio, di disgusto della vita, di torpore spirituale e di scoraggiamento che colpisce al cuore la vita del monaco: tutto ciò che egli è, fa o crede perde improvvisamente significato, tutto diventa ai suoi occhi inutile e vano […] Da Il cammino del monaco, pag 769, Ed. Quiqajon, Bose.

Fino a quando l’identificazione con la vita, il proprio esserci e spendersi, le proprie mansioni, funzioni, ruoli è sostenuta, il pericolo dell’accidia non si presenta.
Quando la pratica meditativa e contemplativa, i processi di disconnessione e di disidentificazione si fanno più profondi; quando le comprensioni conseguite rendono evidente l’effimero accadere degli attaccamenti, dei bisogni, dei giudizi allora bussa prepotente il lutto della mente che storicamente è stato definito con i termini acedia, accidia.

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La condizione del risiedere

Vi propongo questa comunicazione di Soggetto invitandovi a leggerla e rileggerla perché contiene in sé molti spunti di riflessione ed apre lo sguardo sulla profondità dell’accadere.
Sono temi che abbiamo approfondito tante volte ma su cui non bisogna mai stancarsi di indagare perché la realtà è nascosta nelle pieghe del banale, di ciò che la mente considera banale. L’apparente contiene in sé il significante.
Il linguaggio di Soggetto non è dei più scorrevoli, per facilitare la lettura ho evidenziato le parti più rilevanti.

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