Ciascuno di noi ha una visione antropomorfica e piuttosto infantile della complessa struttura umana e cosmica, ovunque proiettiamo l’immagine di noi, l’illusoria immagine che stiamo percependo e concependo, perché naturalmente percepiamo ciò che concepiamo.
In evidenza
L’intenzione e l’ambiente mentale che crea 5
Nei post precedenti abbiamo visto come l’intenzione crea l’ambiente fisico e l’ambiente astrale: per essere coerenti con la realtà avremmo dovuto trattare quei due argomenti per ultimi, perché gli ultimi sono a crearsi nella sequenza logica, ma li abbiamo esposti per primi per facilitare un approccio concreto al tema ed evitare di partire da un argomento nebuloso come l’intenzione a livello akasico.
L’intenzione e il formarsi dell’ambiente astrale 3
Nel primo post di questa serie L’intenzione e la costruzione dell’ambiente fisico esistenziale 1, siamo partiti dall’esempio della formazione dell’ambiente fisico dell’Eremo dal silenzio: continueremo, per rendere semplice l’approccio, con lo stesso riferimento.
L’intenzione, il fondersi dei sentire, il tendere inesorabile all’Unità 2
Fino a quando il corpo akasico non è strutturato, la consapevolezza del sentire per evolvere nella sua auto consapevolezza ha necessità di rappresentarsi sui tre piani transitori: mentale, astrale, fisico. Grazie a quella triplice e simultanea proiezione, il sentire sente se stesso, diviene auto consapevole e avviene l’illusorio passaggio da un grado di consapevolezza a un altro.
L’intenzione e la costruzione dell’ambiente fisico esistenziale 1
Prenderò in considerazione solo quattro dei sette corpi di cui l’umano è costituito: l’akasico, che è un corpo permanente, e i tre transitori, il mentale, l’astrale, il fisico.
L’abbandono incondizionato all’Essere è l’ultima sfida
Manifestazioni che sono comuni nel mondo, come la preoccupazione per una persona cara o per i propri personali “errori” commessi nel tempo, nel contemplativo assumono un’altra valenza, sono il segno di uno stato e indicano una strada.
Vivere il presente: distruzione e ricostruzione di una ovvietà
“Vivi il presente” è la raccomandazione presente ovunque. L’abbiamo proposta anche noi, tante volte in passato: non il futuro, non il passato, l’adesso.
Per giungere infine nel deserto, da straniero
Dove conduce la via della realizzazione e dell’unità? In un giardino fiorito come cantato da mille tradizioni? O in un deserto? La seconda, nella esperienza del Sentiero contemplativo.
Natura autentica/Ciò-che-È: come viene sperimentata
Due stralci di un post che uscirà a maggio 2025 nel ciclo “Bussho” e che analizza ciò che viene sentito dal contemplante quando definisce una situazione come Ciò-che-È/natura autentica.