Dice un fratello nella Via del monaco: “La scena è messa in piedi da me per me, per un sentimento di narcisismo, per il piacere di guardarsi.”
Può darsi, ma la cosa potrebbe essere molto più complessa.
In evidenza
Sentire simultaneamente il fluttuare degli stati e l’Essere
Da Contemplando riporto questo post di Roberto d’E.: Esistono giorni in cui il Tutto si manifesta attraverso ogni cellula del mio corpo. Altri in cui il Deserto si profila davanti ai miei occhi. Nulla sembra parlarmi. E nulla posso esprimere. C’è Vuoto e vuoto. C’è Silenzio e silenzio. C’è uno stare Soli e un sentirsi soli.
La presunzione di aver compreso
Quando insegnavo mi è stato mosso più volte l’appunto di chiedere molto a coloro che partecipavano all’organismo del Sentiero: in cuor mio credo di aver chiesto troppo poco.
Qual era la sostanza del mio chiedere? Se affermi di aver compreso questo, esso si deve specchiare nella tua vita, nei tuoi comportamenti.
La gestione del dolore interiore: consapevolezza e disconnessione
Commentando il post La vita è effimera quanto un soffio di vento [V12] chiede Luciana: Anche il dolore che tanto temiamo ci parla dell’effimero?
Le rispondo dall’ottica del Sentiero contemplativo: se la vita è sorgere e scomparire, cosa la rende durevole come tante volte è il dolore?
Non temere la propria manifestazione, ancorarla all’Essere [NP2]
Commento di M. al post “Né ciò che penso“: Mentre percorriamo la via, sperimentiamo ogni giorno il mondo della materia al lavoro, in famiglia, con gli amici. Sento difficile il discernimento, ossia dove mettere il confine tra l’abbandono della centralità [mia] e l’impegno quotidiano nella vita reale. Per me la cosa più difficile è progredire con il sentire verso questa perdita e continuare a vivere nel mondo reale dove recitiamo i nostri ruoli sociali e dove la centralità è la norma.
Non si può separare il sognatore dal sogno
Quando diciamo che una è l’intenzione della coscienza e un’altra può essere quella del’identità, diciamo una sciocchezza.
Distinguere la coscienza dal portatore di nome è come voler separare il sognatore dal sogno.
La consapevolezza simultanea di essere e divenire
Il treno della consapevolezza
corre sui binari
di Essere e divenire.
La percezione unitaria
è simboleggiata da quel treno.
La pausa: da fatto occasionale a ritmo del vivere
Dal post Nella pausa c’è l’irrompere della vita dentro il quotidiano: Nella pausa c’è l’irrompere della vita dentro il quotidiano, quello stesso che l’uomo fa parlare essenzialmente di lui: dei suoi sentimenti, dei suoi pensieri, dei suoi progetti, delle sue piccole beghe o grossi ‘problemi’, delle sue etichette e delle sue relazioni.
La consapevolezza sottile del disallineamento
Diveniamo consapevoli anche degli stati più sottili di disallineamento, di quelle sfumature nel pensare, nel provare, nell’agire che potrebbero essere trascurabili e invece non lo sono, acquisiscono comunque un risalto.
La comunione del sentire tra monaci
Cosa rimane di un cammino di contemplazione e di formazione quando ha esaurito la sua funzione per un certo numero di persone?
Rimane il paradigma e le pratiche che ha sviluppato; rimane ciò che ha trasmesso ai singoli e all’insieme e che, sebbene sia affidato al vento, mai cade su un terreno casualmente.