Di seguito due brani di Scifo, Cerchio Ifior, relativi alla disposizione interiore nel lavoro del ‘Conosci te stesso’ e delle considerazioni mie sui paralleli con la disposizione meditativa.
In evidenza
L’incanto di tutto ciò che è inconsistente, effimero e impermanente
(Download per la stampa) “Che cosa mai può dirvi questo vento, che se ne sta andando, riguardo a Colui che non porta nome, a Colui che non è definibile, a Colui che non è marchiabile, a Colui che non è un Colui? Poiché nulla si può dire di quell’Essenza che sentite sgusciare via da tutte le parti, nel momento in cui la vostra mente pretende di arpionarlo.
L’Amore come stato d’Essere, raccolta di scritti [amore2]
“L’amore non è qualcosa che riguarda me e la mia intenzione, è qualcosa che accade tra i due in virtù del fatto che sono due”. Questa citazione riassume il contenuto e il metodo di questo piccolo scritto. “Nel divenire, l’Uno diviene sempre due”; detto altrimenti: l’Amore nel mondo delle forme si declina spesso come “processo” che si rende disponibile grazie alla partecipazione di più soggetti.
Dio: l’Essere oltre la separatività 2 (CF77) [realtà13.2]
[…] KEMPIS — Voi considerate la realtà in continuo divenire perché la frazionate; perché, nel vostro concetto, essa è limitata nel tempo e nello spazio. Per voi la realtà è quella che riuscite ad abbracciare, a percepire: quindi la limitate in senso spaziale.
L’altro: un’immagine costruita dalla mente 1 (CF77) [realtà13.1]
FRANÇOIS — Degli altri voi non vedete la realtà del loro essere, ma vedete quello che appare. Ciò significa che vedete, al massimo, quello che gli altri mostrano di sé. Non solo, ma anche l’immagine che gli altri danno di se stessi può essere da voi distorta, può essere esaltata o peggiorata.