Dicevo prima che l’osare porta con sé anche un certo tasso di follia; qual è questa follia?
L’andare oltre il conosciuto rassicurante perché si sente una spinta a farlo e si comprende che solo sperimentando si va oltre di sé: attraverso sé, oltre sé.
In evidenza
Osare, il gesto consapevole di andare oltre il limite [sentiero27]
Osare è non lasciarsi fermare dalla consapevolezza del limite, è quindi il processo consapevole della persona che vede se stessa. Il minerale, il vegetale, l’animale, l’umano inconsapevole non osano, semplicemente sono condotti da una forza primaria e ineludibile.
Il ruolo della disciplina nell’esercizio della consapevolezza [sentiero26]
La disciplina è la capacità di tornare all’essenziale del proprio processo esistenziale: se in me scatta il meccanismo dell’abbandonato, bisogna che lo veda mentre accade e che sappia interpretarlo per quel che è.
Smascherare la mente attraverso la mente [sentiero24]
Cosa fa sì che si amplifichino in un individuo le condizioni per il Vuoto, per l’Accogliere, per l’Indiviso?
L’affievolirsi dell’identità? La sua marginalizzazione? Lo scomparire?
Quando diventa chiaro, compreso, sentito, vissuto, che vivere è sperimentare l’Assoluto, l’interpretazione mentale dov’è?
Vivere è comprendere l’Assoluto [sentiero23]
Non c’è possibilità di superamento del limite consapevolmente se non c’è chiarezza sulla sua origine. D’altra parte, la vita non è altro che superamento del limite; di conseguenza, che noi si sia consapevoli o inconsapevoli, comunque oltre il limite andremo.
Perché i limiti sono diversi da persona a persona? [sentiero22]
I limiti ci sono per tutti, chiaro, i veicoli sono contemporaneamente possibilità di manifestazione della coscienza e limite, ma in ognuno in grado diverso? Come si spiega o è fortuna? Si può fare qualcosa per l’altro da sé?
L’edificazione dell’immagine di sé [sentiero21]
Il bisogno di essere riconosciuti, confermati, come sorge? Direi che il bisogno di essere riconosciuti si manifesta appena alla consapevolezza sorge un’immagine di sé: ho un corpo che percepisco come altro da quello di mia madre; ho delle sensazioni e delle emozioni che ugualmente percepisco come altre.
I limiti posti dall’identità [sentiero19]
Se la nostra visione della realtà fosse meno romantica potremmo dire che tutto ciò che ci sembra di essere non è altro che una combinazione molto vasta di stringhe di dati. Allo stesso modo possiamo dire che la mente non è altro che un meccanismo e come tale è progettato, costruito, eseguito.