Ciò che ci rende uguali

Vorrei approfondire la riflessione sulla normalità avviata dalla domanda di Elena a commento del post su Krishnamurti.
La nostra cultura, la mente, vedono la persona e il modello, l’archetipo esteriore, di appartenenza: così appare, così alla mente sembra che sia.

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Una

Il sorgere senza fine degli aspetti del reale narra di un unico sentire la cui natura è esperienza viva

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L’illusione dello spirituale e la semplice realtà della vita

In ambito spirituale ed esistenziale nulla di ciò che apparteneva al mio immaginario di ricercatore è divenuto realtà.
Non saprei nemmeno di cosa fosse pieno quell’immaginario, c’era solo una tensione a divenire altro e quella spirituale mi sembrava la strada che in quella alterità mi potesse condurre.

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Le condizioni per cambiare la società

Kempis propone una sorta di perfezione interiore come condizione per cambiare/realizzare una società migliore. Credo che possiamo stare molto più bassi ed affermare che, nonostante tutti i nostri limiti, possiamo costruire qualcosa che sia specchio più aderente e più corrispondente a ciò che abbiamo compreso e a quello che compreso non è.

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Vigilia dell’intensivo a Fonte Avellana

Uno dei doni più grandi di un intensivo non è quello di porci al centro di noi, dell’essere, di collocarci in una neutralità per gran parte del tempo che dura.
No, non è questo il dono principale, è un’altro.

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