La realtà senza senso

Passano gli anni come le immagini del paesaggio viste da un finestrino di un treno in corsa.
Nulla di quello che scorre puoi trattenere: alla fine del viaggio, se non sei stato consapevole, se non ti sei lasciato modellare da quello che accadeva in te e nel piccolo ambiente attorno a te, cosa ti rimane?
Scorrono senza sosta i pensieri e le emozioni e il seguirli ci svuota; si ripetono le azioni e le esperienze e la routine ci consuma.
Vuoto di senso è il vivere.
Ci diciamo che vivere è imparare: si, certo, fino ad un certo punto è così, ma poi? Cosa c’è oltre l’imparare?

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Le mancanze che aiutano

Le mancanze nostre aiutano l’altro, quelle dell’altro aiutano noi. Attraverso la privazione si mostra, si svela il nostro bisogno.
Se l’altro è scorrevole e sempre pronto, non riusciremo a capire, a sapere, a comprendere che cosa veramente ci necessita, cosa è importante e necessario e cosa no.
L’assenza, il limite, la mancanza dell’altro fanno emergere il nostra lamento, a volte il nostro grido di bisognosi e mentre questo accade abbiamo la possibilità di divenire consapevoli di quella nostra modalità e inclinazione, di lavorarla e disconnetterla.

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La natura della fiducia

Nel commento al post La pace dopo il cambiamento, Sandra si preoccupa di mitigare la mia tendenza a porre l’accento sugli aspetti più scarni del cammino: fa bene. Come vedete, quasi mai sottolineo le gratificazioni della via perché, semplicemente, non ritengo che questo sia un mio compito: se siete in cammino, sapete che questo è un processo con i giorni di sole e quelli di pioggia, dove l’esperienza del sole è protetta dalla giusta riservatezza e quella della pioggia è utilizzata per discernere il cammino una volta che la si è compresa.

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La pace dopo il cambiamento

Una via interiore è colei che ci accompagna, ma anche colei che ci toglie la pace delle pantofole.
Quando pensiamo di aver compreso, veniamo scalzati e rimessi in discussione.
E’ un cambiamento senza fine: i giorni si portano appresso un processo di svelamento continuo che quasi sempre è attivato dalla presenza dell’altro, ma anche dall’affiorare, per via intuitiva, di frammenti di comprensione.
Squarci di realtà, e della nostra realtà, affiorano nella opacità di tanto nostro procedere.

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Il tramonto del sesso

Dice un’amica in merito al post Coltiviamo l’illusione senza sostaSe quando abbiamo fame mangiamo e quando fa caldo ci sventoliamo, anche quando c’è il languore sensuale facciamo sesso. Cosa c’è di diverso?
C’è di diverso che non sempre, non per tutta la durata del cicli incarnativi di una coscienza, facciamo lo stesso uso delle energie: a volte è preponderante un piano, a volte un altro.
Abbiamo incarnazioni con preponderanza sensoriale, altre con preminenza emotiva, altre ancora con dominanza concettuale.

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