Dice Ivana nel commento al post Desiderare, attendersi, sperare nella preghiera: “Io sento che nessun tipo di preghiera né nessuna forma di meditazione è sufficiente se non affronto la paura di esprimere con autenticità il mio quotidiano vivere; mi accorgo che ogni momento della giornata che sto vivendo mi interroga sul rispetto e sul tradimento di me stessa, e il mio stato d’animo varia in relazione alle azioni che faccio o non faccio”.
Considerazione molto condivisibile. Vivere è innanzitutto fare esperienza e divenire consapevoli: da questo sorge il comprendere e il superamento progressivo del limite.
Umano e assoluto
La realtà della vita, dell’umano, e quindi dell’Assoluto, secondo la visione del Cerchio firenze 77 e del Cerchio Ifior
Sentire assoluto e relativo
Nella sezione Domande e risposte, Marco pone una domanda piuttosto elaborata che sintetizzerei così: “Perché mai l’Assoluto deve manifestare il suo sentire assoluto attraverso dei sentire relativi, quando anche noi, in una incarnazione esprimiamo il nostro sentire più ampio conseguito?” Se volete comprendere meglio la questione, leggete comunque la domanda di Marco.
Mi sembra di capire che Marco si chieda perché mai, se l’Assoluto ha sentire 100, debba esprimere il sentire 1, il 2, il 3 e via dicendo.
La volontà di Dio e il pane quotidiano
Un tempo l’umano credeva che le forze delle natura esprimessero la volontà di Dio.
Oggi, ad esempio, crede che una guarigione inspiegabile sia dovuta all’intervento divino.
E’ sbagliato questo credere? Dipende.
Se l’umano ritiene che all’origine di tutta la manifestazione ci sia l’intenzione divina e quindi ogni fenomeno ed ogni fatto non siano altro che la rappresentazione di quella intenzione, direi che c’è poco da obiettare, semmai c’è da intendersi.
Il desiderio di libertà interiore
Se non avessimo un sano e radicato desiderio di libertà interiore, cosa ci sospingerebbe avanti, ci indurrebbe a ricercare, a metterci in discussione e a voler andare oltre noi stessi?
Molte possono essere le ragioni per desiderare la libertà interiore, qui ne indagherò una sola, l’ultima: la comprensione che fino a quando permane l’ingombro della propria egoità, la libertà è sempre condizionata.
L’immagine di sé e l’identificazione con essa, non si spazza via come le foglie dal marciapiede, è un processo fondato sulla conoscenza, sulla consapevolezza, sulla comprensione.
Procedere velocemente in una via spirituale?
Un caro amico mi suggerisce: “Andiamo avanti velocemente, non facciamoci rallentare!”
E’ un’affermazione interessante, che parla dell’interiore di quell’amico, ma che qui prenderò a pretesto per affrontare il duplice tema dell’andare avanti e del rallentare.
Andare avanti: procedere speditamente nella via interiore. Cos’è l’andare avanti, come si fa, cosa lo ostacola?
Un gruppo di persone che vuole procedere speditamente nella via, come fa?
Si tratta di vedersi spesso, di fare pratiche assieme che permettano di realizzare determinati stati interiori di chiarezza, di consapevolezza, di unità?
Vero e necessario l’amore che vivono le persone?
Vero e necessario l’amore che vivono le persone?, chiede Samuele nel commento al post Oltre il vedere, la realtà sentita.
Necessario ai loro cammini esistenziali, senz’altro; vero direi che lo è con molte riserve.
Se per vero intendiamo qualcosa che esiste al di là dei bisogni, dei desideri e degli istinti, direi che l’amore di quella natura è sperimentato, nelle coppie e fuori di esse, da ben pochi umani.
Provate a togliere da ciò che vi lega al vostro partner, il senso di appartenenza, l’appartenervi e possedervi reciprocamente.
Provate a togliere il desiderio e il sesso.
Declinazioni dell’Assoluto
Ho pubblicato in Novità dal Sentiero una breve presentazione dell’ispirazione quacchera, tra le articolazioni del mondo cristiano certamente una delle più vicine al nostro cammino.
La “luce interiore” dei quaccheri è certamente assimilabile al “processo intuitivo” del quale parliamo nel Sentiero.
Il processo intuitivo non è solo l’espressione del compreso contenuto nella coscienza, è ben altro e vorrei tornare a rifletterci brevemente.
Ogni essere che assume una forma e un’espressione nel tempo e nello spazio (*/**) di cosa è espressione?
Potremmo rispondere dell’Assoluto, ma è una affermazione piuttosto generica. Diremo invece che è espressione di uno degli innumerevoli gradi del sentire dell’Assoluto:
Le stagioni dell’umano e della natura
Se faccio un parallelo tra le stagioni della natura e quelle dell’uomo, mi viene da porre in relazione l’estate con la vecchiaia.
L’estate è dominata dallo stare, dal giungere a compimento di processi la cui genesi è nell’autunno.
L’autunno è l’inizio della vita perché accoglie in sé il frutto maturo, il seme, dell’estate: una vita che finisce deposita il compreso in una vita che inizia.
La realtà soggettiva
Esempio del mendicante – Supponiamo che in una serie di fotogrammi siano rappresentate due creature: un mendicante ed uno che passa a lui di fronte.
A questo punto nasce una variante: la creatura che passa di fronte al mendicante può scegliere tra fare l’elemosina o non farla. Fare l’elemosina è un fatto materiale, cioè togliere, da una certa quantità di monete in una borsa, una moneta e passarla nelle mani del mendicante.
Ecco della variante la prima serie di fotogrammi: la creatura passa davanti al mendicante e fa l’offerta, cioè toglie delle monete dal suo portamonete e le passa al mendicante.
La nostra malattia vera
«Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? 26 Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro? 27 E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita? 28 E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; 29 eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. 30 Ora se Dio veste in questa maniera l’erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede? 31 Non siate dunque in ansia, dicendo: “Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?” 32 Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose.33 Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. 34 Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno. Matteo 6,25-34