I sette simbolici passaggi da illusione/morte a vita

Oggi è il sabato di Pasqua, il giorno dell’ammutolire.
Il Maestro è morto, i discepoli dispersi. Ciò che è stato sembra perduto.
Il sabato è il sesto di sette passaggi simbolici:
1- la conoscenza;
2- la consapevolezza;
3- la comprensione;
4- l’andare oltre sé, lo spogliarsi di sé e la scoperta dell’altro (giovedì);
5- la fine dell’identificazione (venerdì);
6- il deserto della mente/identità (sabato);
7- la manifestazione delle vita unitaria (domenica).

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Noi risorgiamo dal buio dell’ignoranza alla luce della comprensione

Di cosa parla la morte di Gesù figlio di Giuseppe?
Di una vita realizzata ed offerta.
Non è stato il primo, né l’ultimo tra i tanti che hanno offerto agli altri non solo la propria esistenza, ma anche la propria morte.
Quanti sono morti in virtù del compreso e delle loro azioni e quel loro morire è stato un condursi fino in fondo mettendo vita e morte nelle mani del loro prossimo affinché il messaggio fosse completo?
Chi vive comprendendo consapevolmente, non vive mai per sé.
Chi comprende non distingue tra vita e morte, non li considera opposti: un solo respiro lega i due, si muore come si è vissuti.

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Da primi ad ultimi: dalla centralità di sé, alla vita

Dal vangelo di Tommaso: 4. Gesù disse: – L’uomo vecchio, nei suoi giorni, non esiti a interrogare il fanciullo di sette giorni¹ sul Luogo della Vita² ed egli vivrà. Poiché molti che sono i primi saranno gli ultimi e diventeranno uno solo³.
1) Ricorda solo in apparenza Mc. IX 37; Mt. XVIII 3-4; Lc. IX 48, e Mt. XI 25 e Lc. X 21, che sono lodi dell’innocenza e semplicità dei fanciulli. Qui l’affermazione poggia su di una precisa teoria antropologica che i Philosophumena V 7 citano con una frase attribuita ad Ippocrate: «Il fanciullo di sette anni è la metà di suo padre», ossia: a sette anni il fanciullo ha raggiunto la pienezza dell’uso della ragione come un adulto-, dai sette ai quattordici acquisterà l’altra metà delle doti necessarie a completare il ciclo evolutivo, ma saranno solo più caratteristiche fisiche, legate alla carne, alla materia. A sette anni è quindi nelle condizioni migliori per una vita spirituale, non contaminata.

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L’infinita profondità dei fatti

Dal vangelo di Tommaso : 5. Gesù disse: – Conosci ciò che ti sta davanti, e ciò che ti è nascosto ti verrà rivelato; poiché non vi è nulla di nascosto che non venga un giorno rivelato¹.
1- Clemente Alessandrino insegnava che il primo grado della conoscenza è ammirare le cose che abbiamo davanti Stromata 2, 45 e nelle Kephalaia manichee leggiamo: «Il Salvatore ha detto ai suoi discepoli: “Conoscete quanto si trova davanti alla vostra faccia e vi sarà rivelato ciò che vi è nascosto”» Anche Pap. Oss., 654, riprende il testo nei seguenti termini: «Gesù dice: “Tutto ciò che non è davanti ai tuoi occhi e quanto ti è occulto ti sarà rivelato. Non c’è, infatti, cosa celata che non divenga manifesta, né cosa sepolta che non venga risuscitata”».
Traduzione e commento M. Craveri, I vangeli apocrifi, Einaudi.

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Il fuoco del cambiamento

Dal vangelo di Tommaso: 10. Gesù disse: – Ho gettato il fuoco sul mondo ed ecco, veglio su di questo, finché esso arda.
Riferimenti nei sinottici:
Luca 12,49: Io sono venuto ad accendere un fuoco sulla terra; e che mi resta da desiderare, se già è acceso?
Matteo 10:34-36: 34 Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. 35 Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; 36 e i nemici dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua.
Traduzione e commento M.Craveri, I vangeli apocrifi, Einaudi, pag. 486

Il fuoco di cui Gesù parla riguarda la combustione della visione di sé e del mondo fondata sul vittimismo, sull’egoismo, sulla separazione.

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Generati dalla vita ogni giorno

Dal vangelo di Tommaso: 12. In questi giorni in cui voi vi nutrite di cose morte, le rendete cose di vita: che farete quando sarete nella Luce, nel giorno in cui, essendo uno, diverrete due? Quando diverrete due, cosa farete¹?
1- I Philosophumena IV 8, 31, dicendo che i naasseni consideravano «cose di vita» la ragione e l’intelligenza, ci aprono uno spiraglio per intendere questo passo: se la conoscenza di verità inferiori (cose morte) nutre la mente umana, che non avverrà all’uomo perfetto che potrà nutrirsi di verità superiori? Per una certa analogia, cfr. Jo. III 12: «Se non mi credete quando vi parlo di cose terrene, come crederete se vi parlerò di cose celesti?» Per la seconda parte, occorre tener presente ciò che sarà spiegato più avanti, al § 35, e quindi: quando il solitario in cerca di Dio si unirà ad un altro solitario verrà realizzato il primo grado dell’unita o Chiesa perfetta.
Traduzione e commento M.Craveri, I vangeli apocrifi, Einaudi, pag. 486

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La contemplazione del Dio vivente e la conoscenza di sé

1- Appunti dopo la riflessione contenuta nel post Alcune parole su questo pontificato.
Dal vangelo di Tommaso (il testo integrale):
2. Gesù disse: Colui che cerca non cessi di cercare, finché non trova e quando troverà sarà commosso, e quando sarà stato commosso contemplerà e regnerà sul Tutto.
3. Gesù disse: Coloro che vi guidano vi dicono: “Ecco! Il Regno è nel cielo”, allora gli uccelli del cielo vi saranno prima di voi. Se essi dicono: “Il Regno è nel mare”, allora i pesci vi saranno prima di voi. Ma il Regno è dentro di voi ed è fuori di voi. Quando conoscerete voi stessi, sarete conosciuti e saprete che siete figli del Padre Vivente. Ma se non conoscerete voi stessi, allora sarete nella privazione e sarete voi stessi privazione. 
(Marcello Craveri, I vangeli apocrifi, Einaudi, pag. 484)

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Alcune parole su questo pontificato e sulla via interiore

Oggi Papa Francesco è a Milano e, come sempre, compie alcuni gesti significativi privilegiando alcuni luoghi simbolici da visitare e da celebrare: la periferia urbana, il carcere.
Osservo stupito e ammirato questo Papa che, forse più di altri, ha posto e pone l’accento sull’ingiustizia che pervade il mondo, sui valori etici comuni a tutti, sulla necessità di essere con gli ultimi.
Ammiro e rispetto l’uomo e il suo coraggio, conoscendo i limiti della struttura entro la quale opera.
Mi suscita invece perplessità il suo indicare troppo poco la via interiore alla risoluzione dei numerosi problemi che indica e che sono all’evidenza di ogni coscienza non accecata dall’egoismo e dall’ignoranza.

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