Questa è la frase pronunciata da papa Francesco ieri, giovedì santo.
Mi ha colpito perché è ricca di implicazioni.
Le pecore puzzano. Sono disposti i pastori a puzzare?
L’altro da sé
Per la disperazione ci sono gli psicofarmaci, ma per la gioia?
Ieri mattina nello spazio dedicato allo Yoga erano presenti due persone:
un uomo che ha fatto l’esperienza del carcere,
una donna che la sta facendo e usufruisce di un permesso formativo per praticare.
Il ritardato ed il grande uomo
Ciò che ci rende uguali
Vorrei approfondire la riflessione sulla normalità avviata dalla domanda di Elena a commento del post su Krishnamurti.
La nostra cultura, la mente, vedono la persona e il modello, l’archetipo esteriore, di appartenenza: così appare, così alla mente sembra che sia.
Lo sguardo equanime
Nei giorni scorsi mi sono trovata nell’orbita di una persona impietosamente ingabbiata nell’individualismo.
Impigliata in una descrizione identitaria prepotente, schiacciante, aggrappata alle cose, arida, sfiduciata, fragilissima, ciecamente opportunista.
Come neve che si scioglie al sole
C’è un tempo che porta con sé la spinta all’adesione.
Sì, incondizionatamente.
A cosa? A chi?
A ciò che è
Dimenticarsi di sé
Quando esci dalla stazione di Cadorna, salendo le scale sulla sinistra c’è una rientranza dalla quale viene un intenso odore di orina.
Quel’odore è la chiave: parla di vita, di attese, di giocattoli in vendita, di precarietà.
Il gesto, l’altro
E’ ancora notte quando l’operaio entra nella sua officina e si mette al suo banco.
Ha una morsa, una lima e un pezzo di ferro su cui lavora da sempre.
Il suo lavoro non consiste nel dare una forma al ferro, ma nel compiere il gesto del limare in modo che lui, la lima, la morsa e il ferro vibrino assieme di un’unica nota.
Specchiarsi in un gesto
Una donna ha fatto un gesto.
Non importa quale.
In quello che ho visto, nella scena per me,
c’era un gesto che corrispondeva alla priorità di affermare sé.