Fino in fondo

L’ultimo libro di Roberto Saviano riporta questa citazione iniziale:

Erba

Nessuna paura
che mi calpestino.

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L’intelligenza dell’asino ed il tarlo

“A passeggio pesto una bottiglia di plastica e penso a quanto possa essere incivile una società. Comunque la supero e, lasciandomela alle spalle, mi sento come l’asino che tu hai descritto sabato al nostro incontro, così sono tornato, l’ho raccolta e sistemata nel cassonetto della plastica.

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Alfabeti

E’ notte.
Sei qui.
Lo scarso sonno intermittente
mi offre la contemplazione del tuo dormire.

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Ciò che ci rende uguali

Vorrei approfondire la riflessione sulla normalità avviata dalla domanda di Elena a commento del post su Krishnamurti.
La nostra cultura, la mente, vedono la persona e il modello, l’archetipo esteriore, di appartenenza: così appare, così alla mente sembra che sia.

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Lo sguardo equanime

Nei giorni scorsi mi sono trovata nell’orbita di una persona impietosamente ingabbiata nell’individualismo.
Impigliata in una descrizione identitaria prepotente, schiacciante, aggrappata alle cose, arida, sfiduciata, fragilissima, ciecamente opportunista.

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