Perché zazen è la pratica dell’Essere, il risiedere nel fondamento, nell’essenziale, nel Ciò-che-è.
Meditazione
La vita come meditazione.
L’inconsistenza di me e l’affiorare del Reale
Quando scelgo di sedere in zazen – e lo scelgo due volte al giorno – ho sempre una alternativa.
Il mattino potrei dormire, è ancora buio quando mi siedo, o potrei leggere i giornali;
al tramonto potrei leggere un libro, magari.
La quercia e lo zazen
Siedo in zazen
con la stessa consapevolezza della quercia
che risiede nell’Essere delle stagioni.
L’Amore si rivela appena oltre sé
“Ama il prossimo tuo come te stesso”: sono queste le parole del Maestro che in questi giorni mi risuonano. Condizione imprescindibile: amare il prossimo passa attraverso l’amore per sé. Amore per sé che è legato all’accettazione di sé, alla resa, al “sia fatta la Tua non la mia volontà“, all’uscita dal circolo vittima carnefice, alla cessazione della lamentela...
Fa’ che possa aver fame e sete di Te
Tiepido è il fuoco interiore della nostra fede.
Paurose sono le nostre identità.
Viene il giorno, nel cammino interiore di una persona, in cui essa ha fame e sete di Te.
Zazen: capaci di stare di fronte alla vita che sorge
Noi sappiamo che la realtà che viviamo è ampiamente soggettiva: fatta eccezzione per alcuni dati che sono oggettivi e condivisi da tutti, il resto di quello che viviamo riguarda solo noi.
Zazen: quel-che-è non è detto che piaccia alla mente/identità
Scrive Samuele: “Stamattina a zazen vedevo la mente sfarfugliare, le emozioni che la seguivano, il fisico che manifestava sonno. Mi dicevo: non è un problema, è normale; l’importante è accorgersi, tornare a zero con le sensazioni.