Zazen è la consapevolezza simultanea del sentire, del contenuto mentale e di quello emotivo e sensoriale: tutti i piani del’esistere sono simultaneamente presenti alla consapevolezza durante zazen.
La consapevolezza recepisce, prende atto, lascia fluire.
La persona che vive in modo preponderante la propria mente, o la propria emozione, durante zazen può vivere un riequilibrio ma, spesso, quella persona si ribella alla staticità della postura, ai tempi lunghi, all’accadere insignificante: è abituata alle sollecitazioni della mente e dell’emozione, è avvezza ad alimentarle, o a combatterle.
Meditazione
La vita come meditazione.
Sedere insieme in zazen
Ieri a quest’ora eravamo seduti in zazen. La luce del tramonto e il silenzio ci hanno accompagnati.
Al termine non ci sono state parole, ognuno è tornato a casa portando con sé il raccoglimento di quell’ora.
Sedere insieme in zazen è l’essere assisi nella gratuità: praticare senza scopo, semplicemente stare.
Praticare zazen è praticare l’Essere: il film della vita scorre e non c’è adesione, né identificazione.
I pensieri sono solo pensieri, le emozioni solo emozioni, la vita solo vita.
Sedere in zazen è la libertà dal condizionamento che diviene fatto, esperienza tangibile.
La meditazione e l’atteggiamento meditativo
1- In questo preciso istante, dove è appoggiata la consapevolezza?
2- C’è la disposizione a lasciar andare, a non trattenere, a non indugiare sull’oggetto della consapevolezza?
3- Se lascio andare, dovendo comunque esserci un punto focale, dove si appoggia allora la consapevolezza?
4- Sulle sensazioni, la piattaforma base di tutto l’esistere.
Questo processo è valido a patto che poi le sensazioni non divengano il nuovo indugio.
Il processo descritto è quello dell’atteggiamento meditativo che accomuna un po’ tutte le pratiche meditative: il punto focale può essere rappresentato dal respiro, da un oggetto, da una parola invece che dalle sensazioni, ma la sostanza è quella.
Le buone abitudini nella via spirituale
Le buone abitudini si inscrivono nell’interiore.
La coltivazione della consapevolezza diviene un’attitudine e un’abitudine.
La disconnessione diviene un’abitudine.
L’interrogarsi sul tasso di egoismo che ci attraversa, diviene un’abitudine.
Il considerare se ti ho ferito, danneggiato, usato diviene un’abitudine.
La meditazione senza scopo
Questa riflessione parte da un commento al post sulla meditazione quotidiana.
Quando si inizia a praticare la meditazione esiste sempre uno scopo, un obbiettivo. Dire che questo è nell’ordine delle cose: un bambino desidera divenire grande; un operaio fare lavori più creativi e gratificanti.
Un ricercatore dell’interiore desidera migliorare se stesso, cambiare, magari scomparire ma, comunque, desidera.
La necessità di una pratica meditativa quotidiana
Può un cammino interiore, spirituale ed esistenziale, non appoggiare su una pratica meditativa quotidiana?
Non credo, non fino ad un certo punto almeno. Vedo, purtroppo, molta approssimazione e molto dilettantismo su questo tema; molta superficialità.
Se si ha caro il proprio cammino, si è anche compreso che è necessario un ancoraggio quotidiano, un fermarsi e risiedere, un azzerare i contenuti della mente e di tutto ciò che l’identità tende ad aggiungere al reale, al ciò che è.
Un intensivo di contemplazione, meditazione, formazione nel cuore dell’inverno
Dal 16 al 18 gennaio 2015 saremo al monastero di Fonte Avellana per l’intensivo di contemplazione, meditazione, formazione: nel cuore dell’inverno, dopo il periodo delle feste che, forse, per alcuni di noi è stato di eccessiva esposizione, compiamo il gesto del ritorno a sé, in uno spazio fatto di discrezione, misura, equilibrio.
L’inverno, per sua natura, induce al gesto consapevole, all’espressione misurata, allo stare protetti nell’intimità.
Una piccola comunità di persone che per tre giorni si ritrae dal mondo e si ritrova per ascoltarsi, per accogliere, per risiedere in ciò che accade è una benedizione, un dono per sé e, forse, anche per gli altri.
Il sabato la nostra giornata inizia con l’alzata alle 5, per sederci in zazen alle 5,30: il fruscio appena udibile delle persone che si dispongono ai loro posti, il silenzio assoluto, la battaglia contro il sonno, lo stare nella gratuità perché a nulla serve zazen. La luce del giorno che pian piano avanza, la capacità di rimanere desti ormai stabilizzata, il pensiero che si è arreso, la pretesa di fare bene divenuta irrilevante, l’accoglienza senza condizione di ciò che c’è, così come è.
L’aria tersa del monte, il freddo che morde, i passi che si succedono, il vuoto interiore senza alcun condizionamento durante la passeggiata meditativa sul monte.
L’incontro durante i pasti, il calore e l’odore dei cibi, la fraternità leggera, la comunione profonda: esseri che sono entrati portando un nome e man mano che sono scesi nelle viscere dello stare, lo hanno perduto.
Rimangono solo gesti, parole, silenzi, il vapore della tisana durante la cerimonia della condivisone, la comunione dei sentire.
Foto di Roberto D’E.
La formazione dei bambini alla consapevolezza, alla collaborazione, al rispetto, al silenzio
Inizia oggi il Laboratorio della creatività consapevole per bambini; inizia anche un cammino lungo di conoscenza, di collaborazione e di relazione tra le educatrici e i genitori dei bambini presenti.
Abbiamo lavorato con dedizione perché si giungesse a questo avvio: per noi è importante che i bambini possano entrare in contatto con un ambiente che funziona secondo logiche molto diverse da quelle che caratterizzano il mondo nel quale cresceranno:
– la conoscenza e la consapevolezza di sé;
– il rispetto dei bisogni dell’altro;
– il rispetto per ogni aspetto dell’ambiente nel quale sono inseriti;
– lo sviluppo della capacità di fare le cose assieme collaborando, condividendo;
– l’acquisizione di una sana relazione con il proprio corpo e le sensazioni che da questo sorgono;
– lo sviluppo di un pensare ordinato e di una sfera emozionale ampia, consapevole, conosciuta;
– l’acquisizione di una capacità di fare, di trasformare l’intuizione in pensiero e questo in azione;
– l’esperienza dell’equilibrio interiore, della discrezione, del silenzio, delle basi dell’atteggiamento meditativo e contemplativo.
Sappiamo che ciò che sperimenteranno qui, nel tempo, si iscriverà in modo indelebile nel loro interiore e, in virtù anche di quanto qui avranno sperimentato, potranno transitare nelle loro vite con maggiore consapevolezza, con un un minore tasso di dolore e, forse, potranno dare il loro contributo affinché il cammino di tutte le persone sia più armonioso, meno conflittuale, più attento alle esigenze comuni e dell’ambiente che le ospita.
Immagine da: http://openphoto.net/gallery/image/view/24563
Le immagini dell’intensivo di formazione e contemplazione del 26-28 settembre 2014 al monastero di Fonte Avellana
L’esperienza di tre giorni al monastero di Fonte Avellana: meditazione, formazione, condivisione, silenzio, fraternità.
Le foto sono di Roberto D’E. che ringraziamo vivamente.
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La meditazione che si incarna nel gesto gratuito: allenarsi alla gratuità, all’assenza di scopo
Praticare la gratuità come forma meditativa, come pratica personale, come disposizione interiore coltivata nel quotidiano, nell’ordinario.
Darsi tempo e donare il proprio tempo: una, due ore a settimana, o al mese, per immergersi nell’esperienza del fare e dell’accadere, qualunque sia la mansione, rimandendo ancorati a ciò che viene, coltivando il silenzio, la fiducia, l’abbandono, la dedizione.
Uno zazen in movimento: niente di meno, niente di più.
La pratica della gratuità ci trasforma nel profondo: superata la resistenza iniziale diviene la vita oltre il condizionamento, quel lasciarsi condurre liberi dall’ingombro di sè.
Se vuoi, se pensi che possa fare per te, dai la tua disponibilità compilando il modulo che segue: quando avremo bisogno di una mano per dei lavori all’Eremo dal silenzio, o altrove, ti contatteremo e potrai renderti disponibile, oppure no, senza vincolo.
Saranno piccoli impegni ma, uno dopo l’altro, ti alleneranno, ci alleneranno ad operare dimentichi dei nostri scopi, delle nostre finalità: impareremo a vivere le situazioni e a fare le cose semplicemente, per la semplice ragione che si presentano, senza scopo personale alcuno.
Qui trovate i lavori programmati per il sabato e potete dare la vostra disponibilità
Per informazioni puoi scriverci
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