Con cadenza settimanale pubblicheremo una traduzione inedita dal giapponese di Jiso Forzani del Genjōkōan di E. Dōgen, con il relativo commento. Di seguito l’introduzione a una precedente traduzione pubblicata nel volume: Divenire l’essere. Shōbōghenzō Genjōkōan, Comunità vangelo e zen, Edizioni EDB, 1997.
Meditazione
La vita come meditazione.
Cambiamento, conoscenza di sé, importanza della meditazione
Di seguito due brani di Scifo, Cerchio Ifior, relativi alla disposizione interiore nel lavoro del ‘Conosci te stesso’ e delle considerazioni mie sui paralleli con la disposizione meditativa.
Tutto è funzione, il vivere come il morire [Antai-ji21]
Infine, ho scritto una poesia, “Lasciare Antai-ji”. Non so se si possa davvero chiamare una poesia, comunque eccola:
Non c’è chi incarna da solo tutto lo spirito della via [Antai-ji20]
Kōshō Uchiyama rōshi. Discorso d’addio ad Antai-ji.
Questo luogo che chiamiamo monastero, è come la terra per il contadino. Al giorno d’oggi, a dire il vero, non ci sono discepoli in quasi nessun tempio. Solo ad Antai-ji se ne radunano molti.
La differenza fra vivere da svegli e da intontiti [Antai-ji19]
Kōshō Uchiyama rōshi. Discorso d’addio ad Antai-ji.
A proposito, devo dire che osservando uno per uno i miei discepoli, mi rendo conto che sono tutti più risoluti di me, davvero. Non si può dire fino a che punto io fossi debole e inaffidabile quando, divenuto monaco, all’inizio sono andato al tempio Daichū-ji.
Non si può produrre più alcun male [Antai-ji18]
Kōshō Uchiyama rōshi. Discorso d’addio ad Antai-ji.
Riguardo allo zazen, davvero un minuto seduto, un minuto Buddha, per cui anche sedere un minuto, è cosa ottima. Non c’è assolutamente una misura da raggiungere altrimenti non ci siamo.
Bisogna sedere tacendo perlomeno dieci anni [Antai-ji17]
Kōshō Uchiyama rōshi. Discorso d’addio ad Antai-ji.
Dello zazen si dice: “Un minuto seduto, un minuto Buddha”, ma capirlo come volesse dire che se siedi per un po’, sei un po’ Buddha è eccentrico. Un po’ Buddha non va bene. Non è così. Non è sbagliato dire “un minuto seduto, un minuto Buddha”: è la base per sviluppare l’intenzione di sedere tanto e bene.
Anche l’altro è me, qualsiasi cosa è me stesso [Antai-ji16]
Kōshō Uchiyama rōshi. Discorso d’addio ad Antai-ji.
Nel Tenzo kyōkun, lo scritto di Dōgen che tratta della funzione del cuoco in un monastero, si legge: “La persona confusa guarda se stesso come fosse un altro, la persona saggia considera l’altro come se stesso”.
Se c’è il voto, qualsiasi cosa mi capiti è la mia vita [Antai-ji15]
Kōshō Uchiyama rōshi. Discorso d’addio ad Antai-ji.
Penso che lo stesso sia accaduto anche nel caso di Bodhidharma. Giunto dall’India in Cina, incontra l’imperatore Wu di Liang ma non si capiscono: allora se ne va a Shaolin, accigliato. In due parole è andata proprio così.