Tenzo Kyokun: operare a beneficio degli altri [17-19]

Tre paragrafi del ‘tenzo’ vengono qui raggruppati, ne risulta un post piuttosto lungo: le parti in carattere piccolo possono essere saltate senza perdere il senso dell’insieme.

17. Dopo il mio ritorno in patria, ho risieduto per circa tre anni a Kenninji. In quel tempio, anche se sventatamente c’era quel ruolo, era solo di nome, non c’era per niente una persona vera. E siccome ignorava trattarsi dell’attività di Buddha, a maggior ragione come avrebbe mai potuto discernere e conformarsi alla Via?

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Tenzo Kyokun: dal risultato si comprende il cuore [15]

Insomma, anche se si preparano delicatezze eccellenti non sono necessariamente superiori, anche se si prepara una minestra di rozze verdure, non necessariamente è inferiore.[1] Quando offri verdure selvatiche dopo averle scelte, se hai il cuore sincero, il cuore fedele, il cuore puro, sono conformi a eccellenti delicatezze.

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Tenzo Kyokun: Se non poni limiti al tuo cuore [13]

In verità, di questo ruolo ho udito (esempi) passati, ho visto di persona (esempi) presenti, sono nelle mie orecchie e nei miei occhi. Ci sono parole [che raccontano quel ruolo], c’è la verità [che custodisce], va detto che è davvero perfettamente coincidente [allo spirito e alla lettera della Via]!

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Tenzo Kyokun: lo Zen da un solo sapore [12.4]

(Testo complesso, la chiave interpretativa nella ristesura libera di Jiso, a fondo pagina. Ndr)
In seguito, ho visto che Xuedou[1] ha dato dimostrazione ai monaci con i seguenti versi:
Il segno uno, il segno sette, il segno tre, il cinque
le diecimila immagini fino in fondo esaminate, nessun punto di appoggio.
Nella profonda notte la bianca luna scende sul vasto mare scuro,
se stai cercando la perla sotto il mento del dragone, in abbondanza è concessa.

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Dopo l’Intensivo del Sentiero Contemplativo: la fragilità

Dopo l’intensivo del Sentiero Contemplativo sperimento quella fragilità di cui mi avevano parlato. L’esposizione all’intensivo è un’esperienza trasformativa, qualcosa succede, qualcosa cambia.

E allora lascio fluire le dita sulla tastiera e scrivo, in modo naturale e scrivo perché sento il bisogno di mettere da qualche parte ciò che accade.

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