L’intervista di Bruno Vespa al figlio di Totò Riina ha sollevato molte discussioni: non entro nel merito.
Salvo Riina descrive la banale quotidianità di una persona la cui vita è intrisa di distruttività, di male.
Possiamo ammettere che quella persona, quelle persone sono come noi? Amano i loro figli e la le loro famiglie, magari sono anche premurose e sollecite, non sono dei mostri.
Hanno una visione della vita e una loro morale e tengono assieme una fede primaria e infantile con la pratica feriale dell’omicidio e del malaffare.
Non sono dei mostri, perché abbiamo così timore di vederli nella loro quotidianità?
Perché dovremmo ammettere che l’orrore che è in loro potrebbe essere anche in noi?
Il mondo visto dall’eremo
Riflessioni sul mondo visto dall’eremo, da una lontananza che è anche profonda prossimità.
Grillo, la mente, il pieno, il vuoto
Se avete tempo leggete il resoconto di Michele Serra sullo spettacolo di Beppe Grillo a Milano apparso sull’ultimo numero dell’Espresso.
Secondo Serra lo spettacolo è indigesto a causa della quantità e della velocità dei contenuti proposti e del loro essere solo abbozzati non permettendo l’affollamento nessun approfondimento. Inoltre Serra evidenzia la corrente di complottismo, vittimismo, acredine che attraversa la narrazione grillina.
Se guardate il blog non troverete qualcosa di molto diverso: quantità, su tutto; complotto quasi dietro ogni fatto.
Perché parlo di Grillo? Perché è un evidente caso di eccesso di mente e perché ritengo che l’eccesso di mente sia un pericolo grave per sé e, quando riguarda una persona con una funzione pubblica, per tutti.
La famiglia, un’officina esistenziale
Puntuali ritornano.
La famiglia naturale e le altre, definite da loro ideologiche, che minerebbero quella naturale. Perché la diversità dell’altro, e il suo avere gli stessi miei diritti dovrebbe essere per me un problema, la mia mente limitata non lo comprende.
Gli altri dicono che è l’amore che crea la famiglia e quindi dove c’è amore, c’è famiglia: condivisibile, ma staremmo un po’ più bassi e diremmo che dove c’è affetto e rispetto, c’è famiglia.
Perché, la famiglia cos’è?
Caro Hawking, non scompariremo così presto
Dice il fisico Stephen Hawking che siamo destinati all’estinzione nell’arco dei prossimi 1000-10.000 anni per mano nostra e delle tecnologie che useremo in modo distruttivo.
Direi che un essere così stupido come l’uomo è quello che si merita, ma credo che le cose non stiano così come dice Hawking: a me sembra che il destino del pianeta, e della vita su di esso, non sia nelle mani dell’umano, né in quelle delle coscienze degli umani.
L’uomo e la sua coscienza sono come il cieco guidato dal cieco: coscienze con sentire limitati, generano identità limitate le quali per imparare ed ampliare la conoscenza, la consapevolezza, la comprensione sperimentano tutte le situazioni di base: dall’uccidere allo stuprare, al rubare, al devastare. La lista è lunghissima.
Intelligenza e coscienza
[…] Una AI (Intelligenza Artificiale) sviluppata in Giappone si è mostrata capace di superare i test universitari del paese, migliorando un risultato simile ottenuto in USA qualche mese fa. Al contempo, Mark Zuckerberg di Facebook fa sapere che entro dieci anni vogliono pareggiare il cervello umano in diversi aspetti.[…] Fonte
Bene, questo ci dice che la nostra così umana intelligenza non è nulla di speciale e che le macchine potranno collaborare ad integrare le nostre capacità cognitive.
L’orrore sotto casa
Lo sguardo non regge la tragedia di Parigi: gli spari, i morti, il sangue sono troppo.
Troppo vicini.
Troppo assurdi.
Troppo ingiusti.
Vandana Shiva, il futuro del pianeta, dell’agricoltura, del cibo
Durante l’ultimo mezzo secolo, i sistemi agricoli e alimentari si sono persi per strada, nel buio e nella nebbia creati dalle multinazionali che hanno inventato prodotti chimici destinati alle guerre facendoci credere, attraverso i miti e la propaganda finanziata da loro stesse, che veleni e sostanze chimiche di sintesi sono necessari per nutrire il mondo. Così l’industria ha cercato di garantirsi nuove fonti di profitto anche a guerra terminata. Per le persone e per il pianeta i costi sono stati tragicamente alti. Abbiamo perso il 75% della biodiversità, il suolo, l’acqua e la terra sono stati distrutti, il clima destabilizzato, gli agricoltori sradicati, e invece di nutrire il mondo, il sistema alimentare industriale è diventato la principale causa di malattie e di problemi di salute. […]
Continua a leggere l’articolo sull’Huffington Post.
I piccoli, lenti passi dell’ottusoegoista
Due parole sul G7 e sugli impegni ambientali assunti.
Un bambino impara a camminare, tutti abbiamo imparato a camminare.
Un adulto impara dai propri errori, tutti dovremmo imparare dai nostri errori.
Poco più di un secolo di attività industriali hanno condotto ad una crisi ambientale irreversibile: abbiamo imparato qualcosa? Non molto, non a sufficenza.
Siamo distratti, abbiamo il problema del lavoro che non c’è e altre emergenze e, fondamentalmente, troppi di noi non hanno ancora compreso che non si può orinare nel pozzo dell’acqua che si beve.
Non abbiamo compreso la più semplice delle condizioni: ad una azione consegue una reazione, ad una causa un effetto.
Non è necessario fare riferimento alla legge del karma – quanto ci farebbe bene conoscerla e studiarla! – basta limitrasi all’insegnamento della scienza fisica e biologica.
Ma così è: l’ottusoegoista è celere nell’araffare, lento e indolente nel rimediare al danno.
Quanto tempo ancora prima di comprendere che tutti gli esseri procedono assieme, che ogni atto di sopraffazione si ritorce contro di noi, che ogni porta chiusa ci riserva una porta chiusa, che ogni inconsapevolezza comporta la dura lezione del divenire consapevoli sperimentando sulla propria pelle le conseguenze del proprio egoismo, della propria ignoranza, della ottusità compagna di entrambi?
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