La fine della scuola?

Finisce un anno scolastico, ma purtroppo non finisce la scuola.
Il più grande cantiere di umiliazione delle risorse personali, sarà ancora lì dopo la pausa estiva.
Come può un sistema sociale fondato sul niente fare a meno della sua piallatrice, della sua macchina del vuoto?
Come potrebbe altrimenti produrre individui seriali privi di strumenti critici e di analisi, di capacità di gestione e di trasformazione di sé e della realtà attorno, disposti a farsi valutare senza fine, a farsi etichettare e incasellare, ad accettare la bulimia dei contenuti senza protestare, a rimanere prigionieri di spazi e tempi, ad essere trattati come polli in batteria?

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L’ordinarietà del male

L’intervista di Bruno Vespa al figlio di Totò Riina ha sollevato molte discussioni: non entro nel merito.
Salvo Riina descrive la banale quotidianità di una persona la cui vita è intrisa di distruttività, di male.
Possiamo ammettere che quella persona, quelle persone sono come noi? Amano i loro figli e la le loro famiglie, magari sono anche premurose e sollecite, non sono dei mostri.
Hanno una visione della vita e una loro morale e tengono assieme una fede primaria e infantile con la pratica feriale dell’omicidio e del malaffare.
Non sono dei mostri, perché abbiamo così timore di vederli nella loro quotidianità?
Perché dovremmo ammettere che l’orrore che è in loro potrebbe essere anche in noi?

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Grillo, la mente, il pieno, il vuoto

Se avete tempo leggete il resoconto di Michele Serra sullo spettacolo di Beppe Grillo a Milano apparso sull’ultimo numero dell’Espresso.
Secondo Serra lo spettacolo è indigesto a causa della quantità e della velocità dei contenuti proposti e del loro essere solo abbozzati non permettendo l’affollamento nessun approfondimento. Inoltre Serra evidenzia la corrente di complottismo, vittimismo, acredine che attraversa la narrazione grillina.
Se guardate il blog non troverete qualcosa di molto diverso: quantità, su tutto; complotto quasi dietro ogni fatto.
Perché parlo di Grillo? Perché è un evidente caso di eccesso di mente e perché ritengo che l’eccesso di mente sia un pericolo grave per sé e, quando riguarda una persona con una funzione pubblica, per tutti.

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La famiglia, un’officina esistenziale

Puntuali ritornano.
La famiglia naturale e le altre, definite da loro ideologiche, che minerebbero quella naturale. Perché la diversità dell’altro, e il suo avere gli stessi miei diritti dovrebbe essere per me un problema, la mia mente limitata non lo comprende.
Gli altri dicono che è l’amore che crea la famiglia e quindi dove c’è amore, c’è famiglia: condivisibile, ma staremmo un po’ più bassi e diremmo che dove c’è affetto e rispetto, c’è famiglia.
Perché, la famiglia cos’è?

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Caro Hawking, non scompariremo così presto

Dice il fisico Stephen Hawking che siamo destinati all’estinzione nell’arco dei prossimi 1000-10.000 anni per mano nostra e delle tecnologie che useremo in modo distruttivo.
Direi che un essere così stupido come l’uomo è quello che si merita, ma credo che le cose non stiano così come dice Hawking: a me sembra che il destino del pianeta, e della vita su di esso, non sia nelle mani dell’umano, né in quelle delle coscienze degli umani.
L’uomo e la sua coscienza sono come il cieco guidato dal cieco: coscienze con sentire limitati, generano identità limitate le quali per imparare ed ampliare la conoscenza, la consapevolezza, la comprensione sperimentano tutte le situazioni di base: dall’uccidere allo stuprare, al rubare, al devastare. La lista è lunghissima.

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