Certo, come ha detto il vescovo di Dublino, bisogna tenere conto di questa realtà, ma a mio parere, si deve anche rafforzare l’impegno e lo sforzo per evangelizzare. Io credo che si possa parlare non soltanto di una sconfitta dei principi cristiani ma di una sconfitta dell’umanità.
Queste le parole del Segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, pronunciate a commento del referendum irlandese sulla regolarizzazione delle unioni omosessuali attraverso l’istituto del matrimonio.
Quel “si deve anche rafforzare l’impegno e lo sforzo per evangelizzare” dice alcune cose:
– l’esperienza omosessuale non corrisponde al disegno della natura;
– è un’esperienza che va accolta, ma non accompagnata e sostenuta, di certo non equiparata alla affettività naturale;
– l’unione omosessuale non può avere la dignità di famiglia.
Tesi conosciute, ma che non cessano di stupire.
Non ci interessa polemizzare, ciascuno coltiva in cuor suo ciò che ritiene vero.
Noi coltiviamo quella che ci appare come realtà:
– ogni persona coltiva la propria vita affettiva assecondando i propri orientamenti esistenziali;
– ogni persona ha diritto al riconoscimento del proprio personale cammino, al rispetto, alla parità di diritti.
L’omosessualità è un cammino esistenziale con la stessa dignità di tutti i cammini e con gli stessi identici diritti e doveri. Anche di adottare?
Credete che un bambino, cresciuto in una coppia omosessuale, sviluppi una affettività condizionata dall’esempio dei suoi genitori?
L’omosessualità è un orientamento esistenziale, così come l’eterosessualità, poco ha a che fare con l’educazione e con il condizionamento.
Non si diviene omosessuali, lo si nasce, dando così manifestazione ad un progetto esistenziale che attraverso le esperienze si dispiegherà e produrrà le comprensioni a ciascuno possibili.
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