Davanti al deserto

E’ così vivida la percezione della realtà come rappresentazione che il vivere avviene da un lontananza incolmabile.
C’è uno sguardo profondo e penetrante che osserva un deserto di sostanza.
Voci, colori, parole, stimoli, tentativi, ricerche ridondano ovunque: un circo, una giostra appaiono.
Molto appariscenti. Sostanzialmente vuoti. Irreparabilmente preclusi.
Rimane il silenzio, lo sguardo profondo, la vastità del deserto.

Nuova responsabilità, nuova democrazia

Bene, sembra proprio che la grande anestesia stia finendo.
Veramente molta gente ha espresso la propria opinione, non ha delegato altri a rappresentarla, si è assunta la responsabilità di affermare un punto di vista e di sostenerlo coerentemente.

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Sta finendo?

Sta finendo la lunga anestesia dalle responsabilità condivise?

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L’essenziale

Di mille parole ne basterebbe una; di mille gesti ne avanzerebbe uno.
Non riuscendo a vivere un senso, generiamo eccessi.
C’è un modo di vivere altro dove una parola è una parola, un gesto un gesto, sono quello che esprimono, bastano a se stessi e colmano una vita di senso.

Sono un uomo stupido

In merito all’indagine sui cibi biologici contenuta nell’ultimo numero dell’Espresso: tabella riassuntiva.
Ho sempre pensato che il gesto del cibarsi fosse innanzitutto l’intrattenere una relazione con un altro essere vivente, ma mi sbagliavo.

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Tempi di crisi

il contenuto
Per il filosofo francese Michel Serres, quando si vive una crisi, nessun ritorno indietro è possibile. Bisogna inventare qualcosa di nuovo, avere il coraggio di voltare pagina. Quello che colpisce, invece, è che, nonostante i giganteschi sconvolgimenti che negli ultimi decenni hanno trasformato l’umanità, le istituzioni non sono cambiate.

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