Le parole dette ieri da Roberto in “Via del Monaco” mi sono parse davvero fondamentali sotto diversi aspetti. Ho ripreso, tagliato e riportato qui un parte di quelle parole, evidenziando in grassetto alcuni nodi essenziali sui quali “sostare”, riflettere e interiorizzare.
Un nuovo monachesimo
Affinare l’attenzione, la percezione, la sensibilità
In sintesi: dopo un lungo periodo in cui è stata privilegiata la formazione, è ora tempo di focalizzarsi sull’incarnazione del compreso e sull’affinamento delle disposizioni interiori: l’attenzione, la percezione, la sensibilità.
Il ‘riconoscimento’ nel rapporto discepolo/maestro
Le identità, per loro natura, vogliono essere riconosciute nella loro alterità: a una identità non interessa sentirsi fusa a un’altra, se non per l’esperienza in sé, per la novità e per quello che può provare. La fusione la minaccia e la annulla, di conseguenza non la brama, ma, alla lunga, la teme.
I fratelli e le sorelle dell’officina esistenziale
Una delle nostre più grandi difficoltà è quella di riconoscere i fatti esistenziali, il dispiegarsi del disegno delle coscienze. Incontriamo persone, interpretiamo situazioni, ma troppo spesso ci sfugge ciò che sostiene, ciò che genera quegli incontri, quelle situazioni.
Una via non è un caravanserraglio per pellegrini
Il caravanserraglio era un edificio deputato alla sosta delle carovane che attraversavano il deserto.
Oggi, molte vie di approccio all’unica Via, sembrano caravanserragli, opportunità di riposo, di rigenerazione, di formazione per persone che attraversano le fatiche della vita, non di rado deserti esistenziali.
In merito al ‘dovere’ di un monaco
Il commento di Elena a Tenzo Kyokun: il discernimento continuo [10]
“La comunità è un organismo unico che deve funzionare insieme”.
“Dobbiamo riversare tutte le nostre facoltà intellettuali e fisiche in ciò che facciamo.”
Mi domando la funzione e il valore del verbo “dovere”. Perché il verbo dovere?
Il Sentiero contemplativo: origine ed evoluzione
Bozza solo approssimativamente revisionata.
Mariela mi chiede la storia del Sentiero: la sua domanda mi commuove e mi imbarazza, credo sia la prima a dimostrare esplicitamente questo interesse; di per sé, questo dice molto su alcune anomalie e fatiche affrontate nel Sentiero da chi l’ha fondato e condotto in trenta anni di evoluzioni.
La consapevolezza della nostra natura autentica
Il 6 di agosto di ogni anno tutte le confessioni cristiane celebrano l’episodio della trasfigurazione del loro fondatore: la ricorrenza è particolarmente cara al monachesimo cristiano. A fondo pagina i passi paralleli dei vangeli