Muovo queste considerazioni a partire da un post in “Si fa sera” di Roberto DE.
Roberto DE parlava di Berrino, della salute, dell’alimentazione, della cura di sé.
Qui voglio parlare dell’approccio dei mille Berrino e di quello mio personale alla vita.
Un nuovo monachesimo
La Trasfigurazione del monaco: dall’imprinting all’ordinario dei giorni
Marco 9, 2-13
2 Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e li condusse soli, in disparte, sopra un alto monte. E fu trasfigurato in loro presenza; 3 le sue vesti divennero sfolgoranti, candidissime, di un tal candore che nessun lavandaio sulla terra può dare.
Il ritmo delle giornate del monaco
Il ritmo di una giornata è come la colonna vertebrale di una persona: rende possibile il compiersi della vita. Per dei monaci che vivono nel mondo, come molti di noi, e non hanno il sostegno dello scorrere ritmato della vita entro le mura di un monastero, può risultare complesso l’essere sostenuti e condotti dal ripetersi sempre uguale degli appuntamenti nelle ore del giorno e della notte.
La “cella esistenziale” del monaco, la sua fragilità, la sua forza
La custodia della cella
Per l’autentico contemplativo la cella è la sede della salvezza, la base della quiete interiore, il luogo di un’alta contemplazione, una dimora celeste, un giardino profumato, una possibilità di traboccanti consolazioni, anzi un paradiso di delizie sulla terra.
L’esperienza certosina della preghiera continua e il Sentiero contemplativo
Alcune considerazioni in merito al post Vite dedicate all’unificazione: la via dei certosini.
Ai nostri occhi risalta il ritmo pressante della preghiera personale e collettiva: ci sembra opprimente, soffocante, improntato ad un forte rigore, dice Natascia.
Il mondo e la dedizione alla propria vocazione
Antonella, sorella nel cammino, pone la questione della differenza tra resa e rinuncia.
A questi temi vorrei legare quello della dedizione nella via spirituale, già trattato in Cosa chiedo ai miei fratelli e sorelle nel cammino.
Tra identità e sentire: l’arte dell’equilibrio del monaco
Dice Nadia: “Chi pensa che intraprendere un cammino interiore e spirituale sia qualcosa di facile e sereno, non ha proprio capito cosa noi trattiamo! In questi giorni, e non per la prima volta, ne sto sperimentando la fatica.
Quando il monaco deve abbandonare la ricerca
Il monaco è colui che dedica la propria vita al processo di unificazione, ma è anche colui che impara dalle esperienze, che diviene consapevole e comprende.
Una parte della vita del monaco è all’insegna del “conosci te stesso”, della ricerca e dell’analisi, dell’approfondimento della lettura di sé e del mondo.