In venticinque anni di attività ho incontrato tante persone: quante cercavano l’Essere?
La mia impressione è che la grande parte fosse semplicemente alla ricerca di un equilibrio interiore, posizionandosi dunque in una esperienza che precede la ricerca spirituale vera e propria.
Il Sentiero è dunque stato strumento a disposizione di identità, delle loro necessità, dei loro fini: la sua natura più profonda è rimasta ampiamente inespressa. Credo che nessuno abbia mai letto i capitoli 3 e 4 del libro L’Essenziale.
Così è stato e così è, amen.
Un nuovo monachesimo
I doveri interiori del monaco: 1, il dovere di capire
1. È tuo dovere cercare di capire fino in fondo
2. È tuo dovere ascoltare non solo ciò che ti gratifica ma anche ciò che ti colpisce perché se !a freccia giunge al tuo cuore ciò accade perché l’hai dove non dovevi
18. Se sei qui per imparare come dici, figlio Mio, sforzati di farlo
20. Se sei qui per comprendere approfitta delle possibilità che ti vengono offerte
La domanda di senso e la cruna dell’ago del monaco
Fratelli nel cammino si interrogano sul senso e sul non senso del vivere, dei minuti atti del quotidiano, come dei processi.
1- La domanda sul senso è ontologica;
2- essa si palesa più chiaramente nell’interiore di una persona della via;
3- rappresenta la cruna dell’ago del monaco.
La vita interiore del monaco dal bisogno al suo superamento
Se parlo a persone comuni, uso termini e concetti comuni. Se parlo a persone che dedicano la propria vita al processo di unificazione interiore, a dei monaci, uso concetti e parole coerenti con la radicalità di quella disposizione.
Non c’è umano che non abbia da affrontare del non compreso, dunque non c’è persona che non percorra la via del “conosci te stesso” in modo consapevole o inconsapevole.
Ad alcuni basta quella via e il loro cammino è all’interno del paradigma psicologico-esistenziale: ad altri non basta.
L’allenamento, la disciplina, il rigore nella via interiore matura
Nella sua tesina sulla danza per l’esame di maturità che inizia proprio oggi, e che sappiamo supererà brillantemente, scrive una giovane amica in merito alla danza, al danzatore e all’essere-danzati:
“Il Balletto diventa veicolo di un’armonia assoluta e universale: scegliendo i suoi eletti li utilizza (direttamente, senza la mediazione di alcuno strumento) per trasmettere valori di bellezza.
Compito dell’uomo è quello di prepararsi ad essere veicolo tramite allenamento, disciplina e rigore. Quando il corpo è predisposto in armonia per danzare bene, non c’è più egoità, non esiste più il singolo che danza: è la danza che lo danza”.
Essere e divenire, eremo e cenobio
In preparazione dell’incontro della Via del monaco del 12 maggio 2018.
Una pratica fondamentale nel Sentiero consiste nel coltivare lo sguardo simultaneo tra Essere e divenire: simultaneamente operare nel mondo e coltivare il pieno allineamento all’Essere.
Risiedere nell’Essere e sperimentare nel mondo.
Vivere la famiglia, il lavoro, le relazioni e le responsabilità e, nel contempo, abitare, incarnare l’archetipo del monaco che ci rende soli di fronte al processo di unificazione.
La Via del monaco nel quotidiano
Il respiro di un’esistenza è governato dal ritmo conoscenza/consapevolezza/comprensione; quello di ogni quotidiano della persona che aderisce alla via del monaco, dal ritmo conoscenza-consapevolezza/analisi-disconnessione/fiducia.
Conoscenza-consapevolezza
Le esperienze producono conoscenza, vengono accolte come possibilità, mai come impedimento, di qualunque natura esse siano.
Il latte per i bambini, il pane per gli adulti
Oggi i cristiani fanno memoria del Cristo risorto, di Colui che riconoscono come Figlio di Dio anche, e soprattutto, in virtù di questo evento.
Non sanno, i cristiani – avendo fatto macerie di tutta la conoscenza antica che non fosse la loro – che non c’è umano che non risorga in un’altra dimensione di coscienza una volta che il suo veicolo fisico muore.
Essi, per credere in Dio, nell’unità indissolubile del cosmo, nella vita che sopravvive alla morte hanno bisogno di un segno eclatante, segno che a suo tempo, evidentemente, gli è stato dato a misura della miseria della loro fede, affinché aprissero gli occhi su quell’Uomo che era venuto da loro e sull’insegnamento che gli aveva consegnato.
Il processo comunitario, l’isola di sentire, il superamento di sé
Leggo in questi giorni dei materiali trasmessi dal Tibetano attraverso A.A.B. In particolare, nel Discepolato nella nuova era, affronta l’argomento della formazione di gruppi che operino a sostegno dei processi di coscientizzazione e trasformazione interiori dell’umanità.
Insiste sul valore del gruppo perché lo considera il modo di procedere adatto a questo tempo, a questo nuovo tempo che dal dominio della mente condurrà progressivamente, e con verosimile lentezza, all’affermarsi delle logiche del sentire che conducono ad unire là dove le menti dividevano.
Proteggere il proprio cammino interiore per non smarrirsi
Non si torna indietro quando le comprensioni sono acquisite, ma prima? Nel mentre esse si strutturano quante volte il vecchio torna e bussa e sembra avere un fascino?
C’è sempre una comprensione in divenire e dunque c’è sempre una possibilità di smarrimento.
Ognuno di noi, piccoli operai della via interiore, ha trovato un modo per ancorarsi al proprio cammino, e chi non l’ha trovato è bene che lo trovi.