Però non fraintendete le nostre parole: non stiamo incitandovi perché vi sforziate di disconnettere. Non vi è proprio possibile liberarvi dalla prigione della vostra mente, perché qualunque vostro impegno per raggiungere una trasformazione interiore non porta da nessuna parte, anzi, vi ingabbia ancora di più nelle vostre strutture.
Via della conoscenza
Contraddizione, incoerenza, disarmonia [50G]
Le contraddizioni, nella via interiore, vi servono per misurare la sufficiente oppure scarsa armonia che riscontrate in voi. Ed è soprattutto quando ricorrete ai concetti di ‘contraddizione’, di ‘incoerenza’ o di ‘disarmonia’, che vi state nascondendo che nella vostra mente è già presente il significato opposto, che dà forma a una contrapposizione che è il timone che nel cammino interiore indica la retta via.
In ‘ciò che è’ non esiste contraddizione [49G]
Gratuità non è – come credete – un dono da parte del Divino, da voi non richiesto ma che vi riempie di gratitudine in quanto giunge proprio in vostro aiuto, e non è neppure un sostegno che va al di là dei meriti che mettete in campo per avvicinarvi al premio finale; perché non è conseguenza di azioni messe in atto da voi e non ha nessun rapporto coi meriti che pensate di accumulare come esseri in cammino.
Non c’è nulla dentro l’umano di solido e di unitario [48G]
[…] Davvero non siete mai contemporaneamente compartecipi e osservatori di ciascuno dei tre elementi (pensiero, emozione, azione, ndr), poiché il vostro meccanismo automatico ne seleziona uno, che vivete come globalità, e in base a questo, poi, vi raccontate di essere il risultato della connessione di tutti e tre.
Riconoscere la disconnessione è riconoscere la gratuità. [47G]
Riconoscere la disconnessione tra pensieri, emozioni e comportamenti è riconoscere la gratuità. Spesso l’uomo si domanda il motivo di un accadimento che lo sorprende, poiché lo giudica al di là delle sue capacità e dei suoi meriti, e si interroga su come quel fatto sia proprio indirizzato a lui, su che cosa lui possa aver fatto per meritarselo e come possa essere di aiuto per i suoi passi nel sentiero evolutivo.
I flash di disconnessione dalla narrazione della mente [46G]
Connettere vi permette di dire che su un pensiero si forma un’emozione e, come conseguenza, un comportamento, facendo un aggregato di cui voi siete il centro e di cui vi sentite responsabili, perché ve ne imputate la motivazione; poi fate la stessa cosa con gli altri, per quel tanto che riuscite a capire di loro. Degli altri fate continue interpretazioni, costruzioni e proiezioni per affermare voi stessi su di loro, soprattutto quando volete rendere più stretto un rapporto.
Il bisogno di connettere pensiero, emozione e azione [45G]
Nulla è come vi raccontate. L’uomo è un corpo, cioè una forma attraversata da pensieri e da emozioni che nascono e muoiono, e compie azioni che non sono né coerenti e né non coerenti: sono moti. Tutto passa e va.
Non esiste il passo né colui che lo compie [44G]
Gratuità non è nulla di quello che pensate. Gratuità è anche un’offesa, è anche uno schiaffo, perché non segue i vostri criteri di giudizio. Lo si comprende quando si è interiormente liberi; liberi anche dall’abitudine di creare uno stretto rapporto fra lo schiaffo che viene dato e chi lo dà.
L’azione priva di agente [43G]
Chi fa quel passo [evolutivo]? Chi matura? La risposta vi suonerà certamente provocatoria e paradossale: quel passo lo fa soltanto un ‘chi’, vale a dire una semplice parte grammaticale del discorso. Quindi nessuno. Perché per voi ricorrere a un ‘chi’ significa servirsi di un presupposto concettuale: a un ‘chi’ la vostra mente fa continuamente ricorso per attribuire un’azione a un soggetto, altrimenti come potreste immaginarvela, se priva di agente?
Il dolore: una Volontà superiore che scuote l’umano? [42G]
Nella via evolutiva arrivate a convincervi che persino un grande dolore giunga espressamente e inequivocabilmente a voi, ma solo se necessario per accelerare il vostro progresso evolutivo, cioè la vostra maturazione come spiriti in cammino.