Ordine e guazzabuglio: gli opposti che la mente usa [V31]

Un partecipante: Avere delle priorità significa dare un ordine alle cose.
No, significa subire un ordine, cioè costringervi lì dentro. Voi uomini vi sentite spesso obbligati a mediare fra aspirazioni vostre e altrui, fra vincoli e opportunità, vale a dire fra azioni mosse da un desiderio e situazioni esterne che temete possano inibirle.

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Il mondo per sé, il mondo in sé [V30]

L’uomo si ribella a sentirsi dire che il tempo non gli appartiene, però è così. Tutto accade e niente è a sua disposizione: non il tempo, non gli altri, non la realtà che diviene. Tutto non-è, ma si può anche dire che tutto è vuoto assoluto.

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Mai vivete l’altro come ciò che c’è in quel momento [V29]

Mentre state vivendo un fatto presente, già costruite su di esso delle ipotetiche conseguenze, e quindi lo vivete in base a ciò che non c’è. In quel momento siete collocati fisicamente nel presente, ma con l’attenzione rivolta al mondo mentale, intenti a costruire interpretazioni ‘possibili’ da sostituire a ciò che c’è.

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Il tempo dell’immaginazione e i suoi oggetti psichici [V28]

La resa alla vita si gioca sul tempo. È il tempo della mente l’ambito, del tutto particolare, in cui l’uomo si sente costretto a sperimentare la resa alla vita, che non nasce dalla sua volontà di accettazione, ma dal sentirsi deprivato di quello che voi tutti amate molto, vale a dire l’essere padroni di un tempo stabilito a priori, o perlomeno di mantenerne una buona parte a vostra disposizione.

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Il tempo come attesa della gratificazione [V27]

È nel corso del tempo che si sviluppano i fatti, gli atti e gli incontri del quotidiano, cioè tutto quello che voi utilizzate per gestire il tempo in modo a voi confacente. È nel trascorrere del tempo che voi edificate progetti, scommesse e mete, ed è sempre nel tempo che costruite le relazioni e che le consolidate nel tentativo di tenerle in pugno.

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Guardare al presente, non ai contenuti della mente [V26]

Voi mettete in campo le vostre condizioni anche nel relazionarvi con l’altro da voi e, quando riscontrate una diversità rispetto ai principi che avete stabilito, non guardate all’altro come a colui che può aiutarvi ad abbattere le vostre barriere, ma come colui che vi ostacola nello sforzo di mantenerle sempre più solide.

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Il problema: ciò che non è conforme all’aspettativa [V25]

Ma l’uomo, di fronte alla vita, ama anche rifugiarsi nel concetto di ‘problema’, dietro cui nasconde la pretesa che tutto sia come lui si aspetta. Quella di ‘problema’ è un’etichetta che tutti voi utilizzate quando si presentano delle difficoltà e dei vincoli inaspettati o sgraditi, cioè quei fatti e quelle situazioni che non sono conformi con le vostre aspettative.

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La mente, non vedendo l’unità, crea gli opposti e si schiera [V24]

Vi è stato detto che quel che governa la vita è l’impersonalità, però voi vi sentite sempre chiamati in causa. Certo, poi dite che ci sono anche cose che non vi riguardano, cioè i fatti insignificanti, vale a dire tutto quello che non vi colpisce, non vi danneggia, non porta né gioia, né amarezza, poiché considerate vita solo quello che suscita il vostro interesse.

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Essere aderenti all’accadere [V22]

I fatti che scorrono nella vita non sono etichettabili, non sono comparabili, non sono misurabili, non sono adattabili e nemmeno evitabili: sono semplicemente da accogliere, poiché vivere è essere in ciò che accade senza alcuno sforzo per imprimervi sopra il proprio marchio e per renderlo utile alla propria trasformazione interiore.

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