Come è stato già detto, la via della Conoscenza nega quella vostra unitarietà fra pensieri, emozioni e azioni, in cui contrapponete il concetto di contraddizione a quello di ordine o di armonia, e vi dice che siete solo un insieme casuale di stati di pensiero, di azione e di emozione, che arrivano e vanno.
Via della conoscenza
I dubbi e le non-certezze creano fratture nella mente [52G]
Quando ci si affascina della via della Conoscenza, si fanno i conti con l’insorgere dei dubbi e con la stanchezza di inseguire e consolidare la propria individualità.
Il dubbio apre alla possibilità di scoprirsi semplicemente un crocevia di pensieri, di azioni e di emozioni che nascono e muoiono; è lì che svanisce l’importanza data alle contraddizioni e il bisogno di un’armonia interiore.
A nulla serve darsi da fare per evolvere [51G]
Però non fraintendete le nostre parole: non stiamo incitandovi perché vi sforziate di disconnettere. Non vi è proprio possibile liberarvi dalla prigione della vostra mente, perché qualunque vostro impegno per raggiungere una trasformazione interiore non porta da nessuna parte, anzi, vi ingabbia ancora di più nelle vostre strutture.
Contraddizione, incoerenza, disarmonia [50G]
Le contraddizioni, nella via interiore, vi servono per misurare la sufficiente oppure scarsa armonia che riscontrate in voi. Ed è soprattutto quando ricorrete ai concetti di ‘contraddizione’, di ‘incoerenza’ o di ‘disarmonia’, che vi state nascondendo che nella vostra mente è già presente il significato opposto, che dà forma a una contrapposizione che è il timone che nel cammino interiore indica la retta via.
In ‘ciò che è’ non esiste contraddizione [49G]
Gratuità non è – come credete – un dono da parte del Divino, da voi non richiesto ma che vi riempie di gratitudine in quanto giunge proprio in vostro aiuto, e non è neppure un sostegno che va al di là dei meriti che mettete in campo per avvicinarvi al premio finale; perché non è conseguenza di azioni messe in atto da voi e non ha nessun rapporto coi meriti che pensate di accumulare come esseri in cammino.
Non c’è nulla dentro l’umano di solido e di unitario [48G]
[…] Davvero non siete mai contemporaneamente compartecipi e osservatori di ciascuno dei tre elementi (pensiero, emozione, azione, ndr), poiché il vostro meccanismo automatico ne seleziona uno, che vivete come globalità, e in base a questo, poi, vi raccontate di essere il risultato della connessione di tutti e tre.
Riconoscere la disconnessione è riconoscere la gratuità. [47G]
Riconoscere la disconnessione tra pensieri, emozioni e comportamenti è riconoscere la gratuità. Spesso l’uomo si domanda il motivo di un accadimento che lo sorprende, poiché lo giudica al di là delle sue capacità e dei suoi meriti, e si interroga su come quel fatto sia proprio indirizzato a lui, su che cosa lui possa aver fatto per meritarselo e come possa essere di aiuto per i suoi passi nel sentiero evolutivo.
I flash di disconnessione dalla narrazione della mente [46G]
Connettere vi permette di dire che su un pensiero si forma un’emozione e, come conseguenza, un comportamento, facendo un aggregato di cui voi siete il centro e di cui vi sentite responsabili, perché ve ne imputate la motivazione; poi fate la stessa cosa con gli altri, per quel tanto che riuscite a capire di loro. Degli altri fate continue interpretazioni, costruzioni e proiezioni per affermare voi stessi su di loro, soprattutto quando volete rendere più stretto un rapporto.