Nel cammino interiore vi viene detto che il pensiero uccide la vita. Noi vi diciamo di non condannare o tentare di sospendere il flusso naturale dei pensieri che si esprimono nell’agire concreto del quotidiano, ma di osservare i momenti in cui, governando i pensieri, dentro di voi uccidete la vita e fate trionfare la vostra mente.
Via della conoscenza
La vita è continua novità, ciò che accade è irripetibile [V10]
La vita è un flusso che sfugge all’uomo perché si ripresenta sotto aspetti sempre nuovi e imprevedibili, anche se apparentemente simili al passato. Nel suo scorrere, non si ripropone mai la stessa situazione, e quindi non è vero – come dite voi – che la vita continui a farvi incontrare lo stesso nodo affinché lo risolviate.
Non c’è alcun piano divino che ci riguardi [V9]
Voi uomini ritenete che la vita abbia la funzione di servire ai vostri scopi e di soddisfarvi, e che quindi rappresenti un’occasione da sfruttare. Siccome siete convinti che vivere significhi essere i protagonisti del tempo della vita, agite tentando di assoggettare il tempo a voi, altrimenti vi sembra di vivere in modo passivo.
Nella pausa c’è l’irrompere della vita dentro il quotidiano [V8]
L’uomo che percorre un cammino interiore pensa spesso di aver compreso il proprio ruolo nella vita e le si rivolge, quasi personificandola, e le si offre affinché essa faccia di lui ciò che vuole.
Essere identificati e nascondersi la realtà [V7]
Essere identificati nella propria mente vuol dire attribuire a ciò che accade un proprio significato, che dà l’illusione di poter piegare a sé tutto quel che si può e di poter frapporre argini e condizioni alla forza che irrompe dalla vita.
Ogni essere parla di se stesso, mai di voi [V6]
Incalzato dalla via della Conoscenza, l’uomo inizia a osservare la vita con uno sguardo nuovo, perché il contro-processo lo porta a dubitare dei processi della propria mente, cioè di tutto quello che dipinge su ciò che è altro da sé e su se stesso, compresa l’abitudine di definire ogni cosa come riguardante sé o appartenente a sé.
Vivere in pienezza ogni stagione dell’esistenza [V5]
L’uomo teme, e quindi cerca di evitare, l’impatto con la vita che si svolge qui e adesso, e perciò vive il succedersi delle sue varie fasi in modo singolare: da giovane non vive consapevolmente il presente, momento dopo momento, ma si proietta su una sua futura maggior autonomia, pur privilegiando la fase giovanile rispetto a quella successiva.
Consumare il tempo proiettandosi sul passato e sul futuro [V4]
Quando gli anni incominciano a far declinare le aspettative di vita, allora iniziate a sperimentare la noia, nel susseguirsi dei giorni, che vi porta a domandarvi: “Cosa ne ho fatto della vita nelle mie mani?”.
Il desiderio di difendere e sostenere l’identità [V3]
Il desiderio di ogni uomo è di difendere e sostenere l’identità che ha costituito nel tempo e, quando gli avvenimenti gli impongono una qualche modifica o una parziale rinuncia alla globalità della propria identità, lui allora incomincia una trattativa con la vita.
Patteggiare con la vita per non essere scomodati più di tanto [V2]
L’uomo non si sente affatto a suo agio di fronte a eventi inaspettati e indesiderati, e non gli piace proprio sentirsi costretto a ridefinirsi, anche se sa che talvolta può andare incontro a un imprevisto stimolante.