Il vostro modo di concepire l’amore è considerarlo come un dono che parte da voi e arriva all’altro, e questo vi porta a credervi il punto di riferimento del dare amore, anche se poi vi raccontate che, quando donate, è l’altro il vostro punto di riferimento.
Via della conoscenza
La mente che dice: “Io non sono, io non sono più” [vdc8]
Le basi della Via della conoscenza. È proprio il silenzio a far sì che la vostra mente si ritragga, ed è questa la profondità: il silenzio. Il silenzio implica il distacco, il silenzio implica lasciare che passi, e questo fa arretrare la mente.
Non la relazione in sé, ma ciò che da essa sorge [81A]
Quando ci si mantiene consapevolmente nel farsi del dono – soltanto e totalmente lì – allora si esprime un’azione che non fa parte dell’una e neanche dell’altra azione, attraverso le quali voi credete che il dono fiorisca.
Il fine della mente/io è di affermare la propria centralità [vdc7]
Le basi della Via della conoscenza. La vostra mente è sempre lì, pronta a governare, pronta a incitare, pronta a controllare, pronta a dire: “Io sono disponibile, io sono pronta ad andare verso un’altra direzione“.
L’incontro di due azioni concretizza l’amore-dono [80A]
Abbiamo detto che restare consapevolmente nell’azione, senza inseguire pensieri ed emozioni, significa lasciare che le azioni, che si compiono nel farsi del dono, si esprimano senza l’aggravio di pensieri che appesantiscono e ingabbiano l’azione coi paragoni, con le pretese e con i protagonismi, ma che, soprattutto, vi spingono fuori dal momento presente, portandovi nei pascoli della vostra mente.