Quando – non si sa perché e non si può prevedere – la vita appare spoglia dei concetti, degli obiettivi e dei significati che ogni uomo le sovrappone, in quell’attimo appare la gratuità che lascia l’uomo immerso in un profondo silenzio, perché nulla si può aggiungere.
Via della conoscenza
Le azioni non sono lo strumento per progredire [V20]
Che cos’è la vita per la via della Conoscenza? La vita è flusso, è molteplicità, è impermanenza; la vita è accadere ed è gratuità, o casualità. Però l’uomo, per darsi consistenza, ha bisogno di convincersi che sia lui a creare le azioni, progettandole nei pensieri, e che esse si concatenino fra di loro in modo che le une generino le altre, dipingendosi come il protagonista dell’agire.
La vita che scorre è tutto ciò che c’è [V19]
[…] La pratica del dubbio è un potente antidoto contro le costruzioni concettuali con le quali l’uomo si riconosce come ‘io’ e riconosce l’altro come diverso. Sottoposto al sorgere dei dubbi, inizialmente l’uomo riesce a rifondare una differente visione della vita, però poi, senza che se ne renda conto, inizia a perdere di importanza l’obiettivo di maturare.
Un nuovo vocabolario: dubbio, lasciare, smarrimento, vuoto, irrilevanza [V18]
Nell’incontro col contro-processo della via della Conoscenza l’umano fa i conti con l’immagine che si era fatto della vita, e allora inizia a domandarsi: “Se ogni atto è in sé compiuto, che senso ha migliorarlo per migliorarsi? E, quindi, che senso ha evolvere spiritualmente?”.
Il dubbio che libera dalla gabbia dei limiti [V17]
Voi vi crogiolate nei limiti e, pur alle volte detestandoli, intimamente li coltivate e date loro grande peso e grande attenzione, convinti che, sforzandovi di superarli, diveniate più evoluti e così, paragonandovi agli altri, possiate dire di avere conquistato un’ulteriore tappa, al contrario dell’altro accanto a voi che vi sembra non procedere.
L’attenzione continua sui limiti edifica e consolida l’identità [V16]
La vita è flusso effimero. E poiché voi uomini temete l’effimero, tentate di contenere quel flusso e di dargli un significato che possa adattarsi alle vostre strutture mentali, anche se quel flusso è inarrestabile, arriva e va.
Perduta l’illusione di essere un “io” si dissolve il concetto di Divino [V15]
Il Divino è l’inafferrabilità. L’unico possibile incontro con il Divino può cogliere l’uomo dentro il deserto interiore dove ci si riconosce effimeri nell’effimero. Quel Divino, di cui tanto vi raccontate, è parto della vostra mente, utile ad auto-giustificarvi finché ne sentite il bisogno.
Operare senza pretese con l’attenzione posata sull’effimero [V14]
Effimero non è l’altro da voi: effimero è tutto ciò che voi costruite sull’accadere che si presenta davanti a voi. Tutto accade ed è effimero, e voi lo interpretate e lo consolidate, non capendo che l’accadere è il compiersi di ciò che si compie.