Andando alla radice dell’implementazione, dopo averne visto gli effetti, potete capire che la vostra struttura mentale esorcizza quel che non vuole proprio accettare, conoscere o mostrare.
Un partecipante: I suoi scacchi?
Via della conoscenza
L’azione immaginata fulcro della logica implementante [scomparire28]
Una voce: All’azione/implementazione voi date un senso basato su precise finalità, soprattutto nelle mete interiori ma anche nelle scommesse attraverso cui ognuno promuove il proprio “io”.
Imprigionati nella pratica di occultare, esorcizzare [scomparire27]
Una voce: Le tre tipologie dell’attività umana sono: l’umano come agente, l’azione come attribuzione e il suo agire come protagonista, l’una compenetrata nell’altra.
L’agire per voi significa implementare [scomparire26]
Secondo voi, pensare è fare?
Un partecipante: In realtà lo è, ma non per noi come concetto.
Una voce: Voi agite, attuando un pensiero e dando espressione a un’emozione.
Per voi conta non l’azione in sé, ma la sua definizione [scomparire25]
Un partecipante: Ma perché la mente nasconde gli scacchi ed evidenzia soltanto i successi?
Una voce: Non è vero che nasconda tutti gli scacchi, difatti tu ti ricordi dei tuoi. Però sorge qualcosa di nuovo solo quando la tua attenzione si sposta su un terreno che ti è non-conosciuto, e resta su quel terreno senza scappare e senza esorcizzare.
La trilogia: proteggersi, promuoversi, esorcizzare [scomparire24]
Una voce: Ora affrontiamo insieme la terza modalità che avete per costruire un’azione. Oltre al proteggersi e al promuoversi c’è una terza tipologia di azione. Teniamo sempre presente che l’umano si crea un’immagine della vita e delle relazioni in cui prevale la solidità e la continuità; quindi il suo agire sarà caratterizzato anche da questi concetti.
Il concetto di continuità vi impedisce di vedere le fratture [scomparire23]
E, allora, per l’umano che cosa rappresenta l’altro da sé? Pensateci. L’altro arriva e si mostra: è una presenza che può vincolarlo o favorirlo, cioè viene etichettato attraverso gli opposti, coi quali la mente vi fa ballare la sua danza.
La radice della sacralità nel mistero [vdc53]
Le basi della Via della conoscenza. Sacralità del quotidiano e sacralità dell’amore: non c’è distinzione, sono la stessa cosa. Ma la vostra mente, messa di fronte alla parola “sacralità” subito la interpreta e la distingue da ciò che è profano, da ciò che esula dal sacro, da ciò che si contrappone al sacro o da ciò che esclude il sacro.