Le basi della Via della conoscenza. Quando nell’uomo muoiono le speranze di giungere a una meta o viene anche solo messo in crisi il concetto di seguire un percorso per arrivare a una meta, si trova di fronte al potere della vita, perché gli è stata sottratta una parte del potere della propria mente.
Via della conoscenza
La disconnessione che viviamo senza riconoscerla [scomparire6]
La connessione, nella via interiore, assume per voi il significato di ricerca di una meta di armonia e di coerenza, mentre la disconnessione vi parla di un cosiddetto pericoloso disarticolare: se un pensiero va da una parte, l’emozione da un’altra e l’azione da un’altra ancora, non potete più parlare di armonia e di coerenza fra le vostre componenti, vale a dire di un “io agente” unitario, La disconnessione per voi è disarmonia.
Essere vento che va nei rapporti [vdc43]
Le basi della Via della conoscenza. Partiamo da una premessa: chi siete voi e chi è l’altro? Per un uomo che si pone il problema di approfondire questo interrogativo l’altro è comunque sempre l’altro e lui è soltanto vento che va. E questa è la prospettiva da cui partiamo adesso.
Lo scomparire di aspetti dell’agente globale [scomparire5]
Lo scomparire dell’agente implica che parte di sé la si perda lungo il processo; si perde l’attaccamento come espressione di una parte di sé o di se stessi in una determinata situazione. È da lì che si incomincia a scomparire.
Nel flusso c’è l’essenza [vdc42]
Le basi della Via della conoscenza. Flusso che va, ovverosia abolizione di ogni radice. Nel momento in cui il flusso va, ogni radice viene tolta e quindi, nel perdurare delle radici, non c’è aderenza al flusso.
L’agente globale e l’agente concreto [scomparire4]
Ora parliamo del processo dello scomparire dell’agente. Ma chi è l’agente?
Un partecipante: È quello che connette tutte le azioni che fa.
Guardate all’essenza che è il fluire [vdc41]
Le basi della Via della conoscenza. Quando l’uomo supera ogni etichetta, davanti ai suoi occhi si presenta soltanto lo scorrere, ed è uno scorrere che non porta segni, cioè non porta sottigliezze di distinzione, ma è soltanto la forza che proviene dall’Assoluto e che fa sì che il relativo si presenti all’umano nel suo continuo mutare.
L’importanza data al passato è una gabbia [scomparire3]
Il modo di agire di ciascuno è prima di tutto il suo modo di leggere un fatto. Perché l’agire è conseguenza di un pensiero, compreso l’agire istintivamente che si basa su una struttura precostituita. L’uomo, fin dall’infanzia, ha creato una strutturazione del pensiero che gli fa interpretare le situazioni in una maniera che è esclusivamente sua.