Che sistema operativo ‘gira’ nella tua mente?

Leggo libri sullo zen di gente che conosco e con cui mi sono formato, ma avverto che parliamo lingue diverse: affrontiamo lo stesso tema ma la lingua interiore è diversa. Se dovessi confrontarmi con loro ci intenderemmo su poche cose.

Così con altri, in altre situazioni e ambiti.
Cosa ci separa? Il sentire senza dubbio, ma anche il modello interpretativo, il software che ‘gira’ nelle nostre menti.
Vedo attorno a me un uso inconsapevole e acritico del modello duale: vedo in me, e in alcuni di questo Sentiero, il tentativo continuo di andare oltre, di uscire dalla morsa del ‘due’.

Oscilliamo tra l’Uno e il ‘due’ e siamo permeati di consapevolezza dell’Uno per quel tanto che il sentire ci permette, ma dovessi discutere sulle righe del ‘due’, no, non lo farei, è fiato sprecato.
Il ‘mondo’ è tutto interno a queste righe, ecco perché abbiamo poco da dirci.
Ciononostante continuo a mandare impulsi di unità, a gettare semi.
Ma non m’aspetto niente.

Bisogna però fare attenzione: esistono scuole di pensiero che molto hanno detto sull’Uno e sulla natura del Reale, e noi possiamo essere tentati di assimilare i loro linguaggi e riproporli.
Non è sbagliato, ma è di scarso valore se qui linguaggi non sono divenuti veramente nostro sentire.

Se lo sono diventati, sentire nostro, allora quei linguaggi cambieranno, diverranno abbastanza personali.
Quando in noi non parla una mente, lo scopriamo anche dall’originalità dei linguaggi che usa.
Un sentire esprime l’intero dell’essere dell’individuo, ha un portato speciale d’intensità e vastità, nessuna componente assume particolare rilievo anche se si sta parlando, o scrivendo e dunque usando la mente.


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4 commenti su “Che sistema operativo ‘gira’ nella tua mente?”

  1. Molto interessante comprendere come il linguaggio e la mente non nascondano il sentire ma lo possano mostrare, anche con potenza. Il Sentiero è stato ed è una grande fucina di linguaggio, in esso e attraverso esso si esprime la vitalità e creatività del sentire. E questo è stato ed è possibile perché nel Sentiero è stata coltivata ed è coltivata una relazione prevalentemente nel sentire e dunque nell’unità.

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  2. Cade il giudizio, lo sguardo si fa più compassionevole. Tutto ci riguarda, non è disgiunto da noi. Non è più possibile sottrarsi dalle proprie responsabilità, si diventa più ricettivi. A volte l’Amore sgorga senza un apparente motivo e senti che tutto ti parla dell’Assoluto.

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